Buongiorno, amici lettori!
Mai come oggi il termine recensione è utilizzato in modo improprio. Direi, infatti, che recensire un libro scritto da uno psicanalista sia davvero al di fuori delle mie competenze e capacità.
Premessa doverosa prima di parlare de “Le mani della madre”, libro di Massimo Recalcati, famoso e stimato psicanalista, autore, conferenziere e personaggio televisivo, alla cui figura mi sono avvicinato soltanto di recente su suggerimento di un amico.
DI COSA PARLA “LE MANI DELLA MADRE”
Essenzialmente, il saggio in questione si pone il difficile compito di parlare della madre nella psicanalisi. Recalcati afferma, già nelle battute iniziali dell’opera, che fin troppe volte – soprattutto dopo il suo libro sul padre – gli era stato chiesto perché non si parlasse della madre e questa è stata la ragione alla base di questo saggio.
L’autore parla della gravidanza, della sua concezione come attesa dell’ignoto, ma anche e soprattutto di quello che è il rapporto che si sviluppa fra madre e figlio.
A mio avviso, un aspetto da non sottovalutare, forse il più interessante, è quello che attiene alla dualità (almeno nei soggetti psicologicamente “sani”) fra madre e donna. Una donna non può essere solo donna (e quindi totalmente rivolta a se stessa o rivolta al Desiderio verso l’Altro, e, di conseguenza, al desiderio sessuale) se è madre, così come la madre non può essere solo madre, col rischio di “fagocitare” il bambino (rinunciando alla sua veste di donna) e di impedirne lo sviluppo e l’apprendimento di strumenti per domare il reale esterno al connubio madre-figlio.
UNA LETTURA DIFFICILE MA ILLUMINANTE
Quello che mi sento di dire, al termine della lettura, è che “Le mani della madre” non è un’opera di facile comprensione. Non è mai pesante, né scritta in modo complesso. È semplicemente un saggio che, in alcune sue parti, diventa molto tecnico e che richiede delle preconoscenze per essere interiorizzato in modo completo dai suoi lettori.
Forse non è esattamente la prima lettura con cui approcciarsi alla saggistica nel settore della psicologia e della psicanalisi, ma è, di sicuro, una lettura che arricchisce il lettore. Io stesso, pur avendo incontrato difficoltà nell’interpretare alcuni passaggi (in special modo quelli che richiamavano il ruolo del padre e del paterno), posso dire di avere apprezzato il libro e di averne tratto alcuni preziosi insegnamenti.
In altre parole, credo che per un neofita della psicanalitica il libro di Recalcati sia stimolante e mai noioso. A fronte dell’argomentazione tecnica e delle molteplici fonti richiamate (in particolar modo Lacan e Freud), lo stile di Recalcati è piano, chiaro, scorrevole. Uno stile che permette di leggere senza interruzione e di lasciarsi assorbire anche dai ragionamenti più complessi.
UN AMORE ANCESTRALE
L’amore della madre per il figlio e quello del figlio per la madre è un amore che attiene a una sfera quasi ultraterrena, che nasce da un processo insondabile e tutt’oggi misterioso come quello della gestazione in cui il corpo impara ad accettare un “oggetto estraneo” come il feto, venendo meno a quella che dovrebbe essere la naturale difesa immunitaria e risposta dell’organismo a tutti gli elementi estranei.
Si tratta di un legame che attiene alla sfera dei sentimenti e che si origina da un’aspettativa che nasce prima del concepimento e che poi si sviluppa durante la gravidanza e che crea una relazione fortissima – più forte ancora di quella che si sviluppa col padre – fra il figlio e la madre. Si tratta, in altre parole, di un legame ancestrale che attiene alla sfera del Sentimento, nel senso più assoluto del termine. Un tipo di amore che è più difficile da spiegare di quello che lega il bambino al padre, che, invece, rispecchia la sfera della Legge.
Dopo aver letto il saggio, finalmente riesco a capire perché il primo amore sia quello della e per la madre e perché alcuni sostengano che in amore, a prescindere dal sesso e dall’orientamento sessuale, si cerchi sempre qualcosa della madre nel soggetto amato.
Inoltre, adesso ho un’idea di come e del perché un rapporto distorto o una mancanza di rapporto con la propria madre possa causare disturbi e patologie psichiche estremamente rilevanti.
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