Recensione de “La storia di Lisey” di Stephen King – romanzo

Buongiorno, amici lettori.

Oggi torno a parlare di libri e lo faccio con la recensione de “La storia di Lisey”, romanzo di Stephen King del 2006.

LA TRAMA:

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Lisey è la vedova di uno scrittore famoso, Scott Landon. Proprio quando inizia a riordinare il materiale e gli scaffali dello studio del marito defunto, Lisey viene importunata da un personaggio instabile che varia diversi alias (da Zack McCool a Jim Dooley). Questo soggetto è interessato alle carte del marito, o, almeno in apparenza, parrebbe interessato a questi documenti. In realtà, è un folle che, durante il primo faccia a faccia con Lisey, finisce per aggredirla.

Lisey per sfuggire alla pazzia di Dooley si rifugerà nel passato e sarà costretta a richiamare alla mente le parole di Scott, in una storia che la porterà a viaggiare tra dimensioni differenti.

UN LIBRO SUL RACCONTARSI

Credo che il vero filo rosso di un libro molto lungo e complesso (ma sapientemente progettato) come La storia di Lisey sia lo storytelling. Lisey nel rievocare la figura del marito defunto racconta l’amore coniugale, il lessico intimo che si condivideva e il modo in cui ogni vicenda affrontata insieme è diventata racconto.

La storia di Lisey è un libro emblematico per rendere evidente che la vita – come ogni storia, come ogni evento – è, in definitiva, una narrazione.

Scott Landon è uno scrittore, ma Lisey nella sua testa è una storyteller al pari del marito. E la magia insita nell’universo di questo libro giace anche nella fiducia che si ha nelle storie, nelle narrazioni e nei ricordi. Credere che una cosa possa succedere; raccontare a noi stessi che qualcosa può succedere, in altre parole, permette la sua realizzazione.

LA MALATTIA MENTALE NE “LA STORIA DI LISEY”

Un’altra tematica portante del libro è la malattia mentale. Tutti (o quasi) i personaggi del romanzo soffrono di una patologia psichica o mentale, più o meno grave.

Lisey, a mio modo di vedere, vive una depressione reattiva causata dalla morte del marito, Amanda deve convivere con i suoi attacchi autolesionistici, Dooley è un sadico, affetto probabilmente dalla sindrome di Dio. Per non parlare del padre o del fratello di Scott.

Insomma, la malattia mentale è un leit motiv del romanzo e incide, a mio parere, su quello che è il punto di vista della narrazione, che, infatti, a tratti pare confusa e disorientante.

Credo che King abbia voluto, parlando di malattia mentale, anche mettere in discussione la generale concezione che si ha dei malati di mente. E se i malati di mente fossero i soli in grado di comprendere la narrazione intrinseca di questo mondo e di percepire, dunque, la realtà a un livello superiore?

IL MIO GIUDIZIO

La storia di Lisey è, con ogni probabilità, uno dei libri più complessi che abbia mai letto. La molteplicità di tematiche ha sicuramente reso la lettura molto interessante e stimolante.

Cionondimeno, ritengo La storia di Lisey il libro (finora) che mi è piaciuto meno di King.

A mio giudizio, infatti, la prima parte del romanzo è fin troppo dilatata e lenta e questo porta il lettore a un inizio faticoso, prima di addentrarsi davvero nelle trame del romanzo e avere comprensione di quello che è l’intento dell’autore.

Si tratta di un romanzo che sono contento di avere letto e che sicuramente mi ha arricchito, però. E penso che sia davvero una lettura che, almeno una volta nella vita, vada fatta. Per questo, lo consiglio a tutti gli amanti di King e non.

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5 pensieri riguardo “Recensione de “La storia di Lisey” di Stephen King – romanzo

  1. Avevo iniziato a leggerlo per prepararmi alla serie tv, ma dopo alcune decine di pagine mi sono accorto di non avere la testa, in quel momento, per un libro del genere. Pazienza, lo riprenderò più avanti.

    Il tuo giudizio mi ha un attimo spiazzato, perché mi sembrava ne avessi parlato bene e poi hai detto che è il King che ti è piaciuto di meno; ma ci sta, è più o meno il discorso che faccio con i film di Kubrick: opere di un genio, ma che non mi piacciono e non riguarderei mai per puro piacere personale.

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    1. Il fatto che mi sia piaciuto meno degli altri, non significa che non mi sia piaciuto. È un libro molto complesso e difficile da leggere ma è pur sempre pieno di spunti. King trova sempre il modo di inserire il suo genio 😊

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