4 motivi per cui guardare Rupaul’s Drag Race mi fa sentire meglio

Ho da poco finito di vedere l’ultima stagione di Rupaul’s Drag Race All Stars, un programma di cui ho parlato molto spesso sul blog, sebbene non sia poi così popolare in Italia. Il reality game dedicato al mondo drag, però, sbarcherà presto sui teleschermi nostrani con un’edizione italiana.

Per questa ragione, ho deciso di tornare a parlare del franchise legato all’iconica figura di Rupaul. Oggi, nello specifico, volevo concentrarmi sui motivi per cui penso che lo show dedicato alle drag sia molto di più di un reality e sia ben lontano dall’essere considerato TV spazzatura.

Drag Race è “televisione confortevole”, ma non per il suo essere indulgente con il pubblico, ma per tutti i messaggi che riesce veicolare attraverso un format molto comunque leggero e piacevole.

Ma quali sono i motivi per cui guardare Rupaul’s Drag Race mi fa stare meglio…

Dà visibilità a chi non ne ha mai avuta in televisione

Le drag queen sono state spesso etichettate come fenomeni da baraccone e ancora oggi c’è chi storce il naso, ignorando che fare drag sia comunque un’arte. Fare drag è senz’altro performing art, ma è un tipo di attività artistica che richiede competenze su ampia scala. Le drag, quindi, a mio modo di vedere, meritavano questa vetrina.

Ma con Drag Race si è andati ben al di là del mondo drag. Si è data visibilità alle donne trans e alle persone non binarie. Inoltre, lo show ha visto partecipare personalità differenti, stravaganti, provenienti da paesi diversi e con look e aspetti variegati, eccentrici e fuori da ogni standard. Per questo, come nessun altro programma, Drag Race ha dato visibilità a figure che non ne avevano prima.

Celebra la diversità

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Nel corso della mia vita ho sempre sentito il peso del sentirmi diverso. A volte, è quasi difficile da spiegare agli altri come mi senta. Sembro esattamente uno dei tanti, anonimo forse. Eppure, il mondo che ho in testa, le mie aspirazioni, il mio modo di fare, i miei valori, i miei interessi mi hanno fatto sempre sentire “particolare”. Non è mai stato facile trovare persone che mi capissero facilmente, persone che comprendessero chi sono davvero e con cui condividere la mia interiorità.

Per queste ragioni, vedere persone fuori da ogni prototipo o modello proposto dalla società contemporanea diventare delle superstar è rassicurante. Mi sento bene quando penso a quanto questi personaggi siano di ispirazione per milioni di persone. È bello vedere che possa essere una celebrità, un “vincente” chi probabilmente è stato considerato un perdente per tutta la vita.

Mi ha insegnato l’importanza dell’amore per me stesso

Spesso le storie delle drag che partecipano al programma sono strappalacrime. C’è chi è stato cacciato dalla famiglia e chi non riesce a trovare l’amore, c’è chi non si sente capito o accettato.

Sono storie sofferte, di persone alle prese con una solitudine faticosa da sopportare che è stata guarita dall’arte di fare drag. Diventare un’ “altra persona” li ha salvati, li ha portati in un mondo in cui sono stati accettati per come sono e ha permesso loro di trovare il coraggio di amare loro stessi.

Sentire le loro storie e vedere come vengono affrontate nel programma, mi porta a sottolineare l’importanza del “self-love”. Non abbiamo bisogno dell’approvazione di nessuno per sentirci perfetti, non abbiamo bisogno di nessuno per sentirci felici. Dobbiamo amare noi stessi e migliorare ogni giorno, lottare per i nostri sogni anche quando nessuno ci sosterrà.

Chiunque può essere un vincente

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Ho capito grazie a Drag Race che il vincente non ha un ritratto predefinito. Tutti abbiamo la possibilità di sentirci dei vincenti: ci basta trovare il nostro posto nel mondo e continuare a credere nei nostri sogni.

Troppo spesso, pensiamo che essere vincenti significhi essere belli, avere tutti ai nostri piedi, essere sfondati di soldi o avere il potere. Ma non è così. Siamo vincenti fino a quando abbiamo uno scopo nella vita, abbiamo un sogno in cui credere e abbiamo una strada davanti, degli obiettivi da realizzare.

Questo modo di pensare, inoltre, non può che renderci delle persone migliori e, di solito, è il primo passo per trovare delle persone che ci vogliano davvero bene per quelli che siamo.

Se ti è piaciuto questo articolo, dai un’occhiata al mio saggio sulle serie televisive in cui parlo anche di inclusività e rappresentazione del mondo LGBT in televisione. 

Vienimi a trovare sul mio profilo Instagram. 

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