Drag Race Italia: prime impressioni sul debutto del format reso celebre da Rupaul

È successo. Drag Race è sbarcato in Italia e io non potevo esimermi dal mettermi alla tastiera per commentare la prima puntata italiana di un format che ho seguito e apprezzato negli anni.

Proviamo ad analizzare lo show e come Discovery+ lo ha adattato al nostro paese.

IL CAST

Partiamo col dire che le queen di questa stagione mi sono piaciute abbastanza in drag. Out of drag, ho notato un atteggiamento generalmente troppo costruito e artefatto. Anche se credo che sia inevitabile che in un paese chiuso come il nostro, una persona che vive fieramente la propria omosessualità e che addirittura si esibisce in un’arte istrionica come il drag debba crearsi una maschera. Tuttavia, ho trovato tanti personaggi e poche persone. Forse, a livello di empatia, l’unica che ha provato a presentarsi in modo più autentico è stata Ivana Vamp. Divinity e Farida hanno potenziale, ma ancora ho visto troppo poco per comprendere se la loro partecipazione sarà un top o un flop.

Enorma Jean mi sembra fondamentale perché questa stagione abbia una storyline. Non la sopporta nessuna, e questo è sicuramente un key factor per dare brio allo show. Molto meglio in versione villain che nei confessionali, durante i quali mi è apparsa ripetitiva e priva di contenuti.

Note di colore:

Luquisha Lubamba out of drag è letteralmente la copia di Venus D-Lite ai tempi della sua stagione di Drag Race.

Sbaglio o è il cast con le concorrenti con l’aspetto più mascolino di sempre? Non vuole essere una critica o un’offesa, ma è stata letteralmente una sfilata di mascelle sulla passerella. Forse solo Elektra Bionic può puntare tutto su un look “fishy”.

LA CONDUZIONE

Priscilla non mi è dispiaciuta affatto. Capello alla Rupaul, voce spigliata, a suo agio in e out of drag. Una vera sorpresa. Forse è la nota più positiva della prima puntata.

Chiara Francini ha contribuito, invece, a dare quell’aria di artificiosità che mi è parsa una vera pecca di questo episodio. L’ho vista poco a suo agio e meno frizzante del solito.

Zorzi è stato, invece, adatto al ruolo che gli è stato cucito. Senza infamia e senza lode: pensavo peggio.

IL MONTAGGIO

Il montaggio è il primo grande NO di questa stagione. L’episodio è stato super editato. La sfilata con le luci psichedeliche e più effetti che in un video realizzato con Filmora da un tredicenne che carica gli skills and goals del suo calciatore preferito su Youtube. Una roba inguardabile, da crisi epilettica immediata.

Anche la scelta di rivolgere i commenti alle drag dopo il consulto fra i giudici e non prima non mi ha convinto.

Curiosità: dopo diverse stagioni in cui è stato bandito il modo di dire “may the best woman win”, mi ha stranito l’utilizzo del sottofondo con la versione originale del jingle di Drag Race.

Come mai Drag Race Italia non si è accodata alla svolta inclusiva del format originale? Scelta o disattenzione?

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