Sempre in ritardo, ma arrivo.
Oggi vi parlo del terzo volume della graphic novel Heartstopper, diventata famosissima grazie alla trasposizione Netflix (sì, la recupero, vi giuro).
Non sapevo cosa aspettarmi da questo terzo volume, dato che le cose, per i miei gusti, stavano andando fin troppo bene ai giovani Charlie e Nick. Mi aspettavo che questo potesse essere il volume in cui i due si trovavano di fronte a dei problemi seri o che affrontassero quella fase inevitabile di tutti i romance del “ci lasciamo, no, non ci lasciamo. Ti amo ma non possiamo stare insieme”.
Ma non è andata così!
È vero, i due hanno avuto i loro problemini. Infatti, questo volume ruotava attorno alla pressione di “dire agli altri che stiamo insieme”, una sorta di coming out come coppia che per un ragazzo omosessuale e uno bisessuale sicuramente è più complesso rispetto al caso di una coppia etero.
La pressione che pesa sulle spalle dei due è la vera protagonista di questo volume (intervallata da interminabili scene sdolcinate che, comunque, sono il tratto caratteristico di Heartstopper e che, malgrado la loro ripetitività, non annoiano mai).
La Oseman fa riflettere il lettore: c’è o non c’è un obbligo morale per una persona omosessuale di fare coming out coi propri amici e parenti?
Il volume dà una risposta assolutamente condivisibile, che non anticipo a chi voglia leggere l’albo.
Per quanto riguarda le mie impressioni, posso solo dire che, come sempre, rimango soddisfatto dalla lettura. È una storia dolcissima. Il connubio fra i due è un esempio SANISSIMO di quello che dovrebbe essere l’amore adolescenziale (e non solo).
Piccola nota a margine: in questa storia tutti trovano un partner, non c’è nemmeno un amore non ricambiato e… Dio santo, è il liceo, questa storia è più fantasy di un fantasy. Sono tutti felici e contenti… sì, lo so, sono un po’ il Grinch, ma la mia storia di vita è stata completamente differente dalla zuccherosa narrazione della Oseman.
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Ahahah, in effetti è vero: tutti trovano il Vero Amore, tutti sono felicemente appaiati e se una coppia si sfalda è solo perché non era una relazione sana – come quella tra Charlie e Ben all’inizio della serie. E’ senza dubbio una storia irrealistica, ma per una volta mi va bene avere qualcosa di dolcioso da leggere senza dover temere, a ogni pagina, di avere il cuore a pezzi.
Un’altra cosa che, in questo volume, mi ha un po’ tirato fuori dalla storia è il fatto che emergano così tanti personaggi LGBTQ+ tutti insieme; per dire, avrei tranquillamente fatto a meno dei professori. Mi ha fatti l’effetto delle serie Netflix, dove in un “comune gruppo di adolescenti” si ritrova tutto lo spettro possibile di rappresentazione etnica e sessuale. Non è credibile, secondo me, e anche qui, a un certo punto, ho sentito la sospensione dell’incredulità sfilacciarsi. Tuttavia l’affetto verso Nick e Charlie ormai è più forte di qualsiasi altra cosa, per cui mi fa sorvolare anche su questo.
Oltretutto il modo in cui si alza la posta e si introduce l’argomento della salute mentale e dei disturbi alimentari, secondo me, è davvero speciale. Anche io temevo, come te, che si arrivasse alla parte “ci lasciamo, ci riprendiamo, siamo in crisi, no stiamo bene”, e sono contento che si sia evitata questa evoluzione stantia per affrontare altri argomenti che non ho minimamente visto arrivare. Secondo me, nel quarto volume, il problema non è affrontato con la stessa naturalezza con cui è stato trattata l’omosessualità, ma ne riparleremo quando lo avrai letto!
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Assolutamente. Ci ribecchiamo nel prossimo volume. Però, devo dirti la verità: i professori sono stati la MIA ship. 🤣
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