Oggi più che una recensione, voglio fare un aggiornamento di lettura relativo al mio recupero del manga Full Metal Alchemist.
In questo post, infatti, vi parlerò dei volumi 4, 5 e 6 della Ultimate Deluxe Edition che ho iniziato a collezionare da un po’.
Direi che si tratta di volumi in cui il ritmo rallenta un po’ e, a parte, lo scontro fra Greed e Wrath, le scene di battaglia non la fanno da padrone. Un po’ un peccato, perché, lo ammetto, i disegni degli scontri sono ciò che più mi colpisce di questa serie. Non perché il resto non sia all’altezza, ma perché amo alla follia il modo “crudo” con cui vengono presentate le battaglie al lettore.
Sono volumi importantissimi (soprattutto il quarto e il quinto), però, perché finalmente riusciamo a conoscere davvero Ed e Al e il loro background. La loro è una storia triste che non può non attirare le simpatie del pubblico. Sono dei ragazzi dal cuore grande (e lo capiamo dal fatto che, nel sesto volume, entrambi si dichiarano disposti a rinunciare al loro obiettivo di vita per evitare che altre persone soffrano a causa loro).
Al di là di una storia interessante e misteriosa, in cui il lettore segue i protagonisti alla ricerca di indizi per comprendere i veri piani dell’esercito e i loro esperimenti sulla pietra filosofale, quello che mi affascina sempre di questo manga è l’estrema umanità che traspare nelle storie di Hiromu Arakawa.
Dal canto mio, i personaggi sono talmente ben descritti e vividi, che mi dispiaccio per la morte anche di quelli secondari che hanno avuto poche tavole per farsi conoscere dal pubblico. Una connessione empatica con tutti i personaggi di questa storia che fa invidia a molti romanzi e serie TV che ho visto di recente.
Risulterò banale, ma continuo a dire che è davvero una gran bella storia quella narrata in Full Metal Alchemist.
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Serial Escape di Giovanni Di Rosa 
Purtroppo non ho ancora ripreso a comprare i volumi, ne ho soltanto quattro – e nemmeno in ordine, per cui non posso nemmeno iniziare a rileggerlo per bene!
Sottoscrivo quello che hai detto: probabilmente la categorizzazione come “shonen” ti fa aspettare una storia più semplice o superficiale, e non ti prepara alla profondità di scrittura e di caratterizzazione di cui è capace Arakawa. Ci sono effettivamente diversi punti, anche più avanti, in cui la trama rallenta molto, ma onestamente non ne ho mai avvertito il peso: è sempre più tempo da passare con dei personaggi a cui, ormai, vuoi bene come se li conoscessi davvero!
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Io ti consiglio di riordinare le idee e continuarlo. Merita davvero tanto
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