“I genitori non devono mai essere complici dei figli”.
Loro di Roberto Cotroneo è stato un grande successo l’anno scorso, un libro che ho visto praticamente in ogni dove e che mi sono convinto a comprare.
Ho aspettato un po’, però, prima di cimentarmi nella lettura.
La storia parla di Margherita, che decide di mettere in pausa l’università e andare a lavorare come istitutrice in una magnifica villa nelle campagne romane. Il suo compito sarà quello di preparare, insegnare e seguire due bambine, due gemelle.
Si tratta di una storia di fantasmi e io – lo ammetto – non ne ho lette molte in vita mia.
La prima metà del libro non mi ha colpito più di tanto, mi è sembrata una lettura scorrevole ma che non mi prendeva in maniera particolare.
“Un giorno curerò i malati di mente anche per questo. Perché sono gli ultimi innocenti di questa terra. Gli ultimi a dirci qualche verità, gli ultimi a vedere quello che non vede più nessuno”.
La seconda parte del libro, però, ha sparigliato le carte e mi ha fatto capire perché questo libro ha avuto successo. La storia, nel suo incedere inquietante e sempre più opprimente, mi ha messo i brividi, regalandomi emozioni fortissime.
Il finale ha poi aperto molteplici dubbi su ciò che è reale e su ciò che non lo è, all’interno della storia, stimolando il lettore a farsi un’opinione.
In conclusione, Loro è un romanzo che ti tiene incollato e ti rende partecipe. Un libro che non ti lascia indifferente e che riesce perfettamente nel suo compito di spaventare e mettere i brividi.