Halloween di Ray Bradbury: perché non sono riuscito a finire la raccolta Oscar e cosa aspettarsi

Avevo già fatto un video in precedenza, ma oggi tiro le somme.

Mi è stato regalato l’Oscar Mondadori Halloween di Ray Bradbury, libro illustrato con romanzi e novelle del celebre autore, e ho letto le prime tre opere inserite nella raccolta, ovvero Il popolo dell’autunno, L’albero di Halloween e Il cimitero dei folli. È un libro a cui sono anche particolarmente affezionato perché è uno dei primi regali che mi ha fatto il mio migliore amico, eppure…

Eppure, mi sono arreso. Non leggerò altre opere di Bradbury incluse nella raccolta.

Ho amato il Bradbury di Fahrenheit 451, ma le opere che ho letto in questa raccolta che mescola horror e weird non fanno per me.

Ci sta. A volte, possiamo anche ammettere di non apprezzare autori di indubbia qualità come lo è stato Bradbury.

Ma prima di congedarmi da questa raccolta, vi do alcune opinioni sparute su quanto ho letto.

“Non è necessario rimanere sciocchi e non è obbligatorio essere peccatori e malvagi”

Il popolo dell’autunno è stato, di certo, quello che mi ha coinvolto di meno. Ho faticato a stare dietro a una vicenda che, pur avendo una trama intrigante e personaggi molto vividi, aveva capitoli troppo lunghi, troppe descrizioni (per quanto belle e accattivanti fossero) e dialoghi troppo corposi. La mia soglia dell’attenzione si è arresa.

L’albero di Halloween, invece, è una storia rivolta principalmente a un pubblico di lettori più giovane e, pur avendo seguito con maggiore facilità la trama – si tratta, in questo caso, di una novella -, non ho sviluppato particolare interesse sul progredire della vicenda.

Il cimitero dei folli, invece, echeggia un po’ il genere giallo e offre un inizio assai intrigante. La trama, a mio avviso, è molto avvincente e ben costruita, ma ancora una volta il ritmo e la ricchezza delle descrizioni di personaggi e contesto mi ha fiaccato.

L’idea che mi sono fatto di Bradbury, al termine di queste tre letture, è quella di un grande creatore di mondi, le cui opere, però, (teniamo sempre come eccezione Fahrenheit 451) sono tanto lontane da ciò che ricerco nella letteratura di genere. Sicuramente, come lettore moderno non smanio per le descrizioni approfondite, che sono la chiave delle sue opere. Ray Bradbury aveva una fantasia impareggiabile, proponeva trame ricche di messaggio e di una morale valida soprattutto per i giovani lettori ed era dotato di una penna meravigliosamente ricca e sfumata. Ciononostante, non credo che le sue opere rientrino nel mio gusto e nella mia dimensione di lettore di genere horror/weird.

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2 pensieri riguardo “Halloween di Ray Bradbury: perché non sono riuscito a finire la raccolta Oscar e cosa aspettarsi

  1. A me piace molto Bradbury, ma credo dia il suo meglio nella narrativa breve come i racconti; nei romanzi, come hai scritto anche tu, tende a perdersi via, a diventare verboso e diluire troppo le idee fulminanti che ha. Secondo me anche in alcuni momenti di Fahrenheit 451 rischia di dilungarsi un po’ troppo, ed è paradossale vista la brevità del romanzo.
    Il popolo dell’autunno a me è piaciuto, perché se è vero che lo stile diventa un po’ pesante è anche vero che ha un immaginario che su di me ha una presa immediata. L’albero di Halloween è carino ma niente di più, mentre Il cimitero dei folli mi manca ancora.

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