Diciamocelo senza mezzi termini. Shonda Rhimes è una serial killer di personaggi televisivi crudele e micidiale. La sua malvagità potrebbe competere persino con quella di George R. R. Martin. E questa quinta stagione ci dà un assaggio di quello che Shonda è in grado di fare. A sua parziale difesa va detto che le disgrazie di Izzie e di George sono dovute ai comportamenti dei rispettivi interpreti, con la Heigl desiderosa di andare altrove e Knight insoddisfatto dell’attenzione data al suo personaggio.
Ad ogni modo la quinta stagione è stata molto interessante. Sono successe innumerevoli cose e i colpi di scena sono fioccati uno dopo l’altro, ingenerando nel telespettatore la sensazione di “e ora che cos’altro può succedere?”.
Certo, rimane il fatto che quello che succede nell’area del Seattle Grace Hospital è paranormale. Una tragedia dopo l’altra, come e peggio del triangolo delle Bermuda.
Ma, in fondo, si tratta di una storia fittizia e lo spettatore deve anche accettare delle deviazioni dalle leggi della statistica.
La storia del cancro di Isobel è probabilmente il filone narrativo che desta maggiormente interesse e che suscita le maggiori emozioni nello spettatore della serie, che, però, ha paura di quello che sarà lo show, una volta eliminati dalla storia sia George che Izzie, due dei personaggi maggiormente “umani” della serie.
Non a caso, sia Meredith che Cristina, nel corso della quinta stagione, subiscono un percorso di trasformazione, che le rende diverse agli occhi del pubblico. Diverse in senso positivo. Meno donne di ghiaccio, apatiche e insensibili, sebbene faccia storcere il naso vedere Meredith preoccuparsi di Izzie, dopo averla deliberatamente ignorata per mesi e mesi perché troppo concentrata su se stessa.
Resta problematico il problema del “dopo”, ma il finale in sospeso ci lascia trepidanti, con l’ansia di sapere cosa succederà, concludendo una divertente e sorprendente quinta stagione di questo medical drama tanto apprezzato.