Ho trovato la seconda stagione di The Crown semplicemente perfetta

Già dal titolo si comprende quello che io pensi della seconda stagione di The Crown, di cui ho appena terminato la visione. La serie di Peter Morgan, dedicata alla vita della Regina Elisabetta, già pluripremiata nella sua prima annata, stavolta ha davvero alzato il livello e fornito al pubblico uno spettacolo certamente indimenticabile.

Sono tanti i punti di forza di questa seconda stagione e tanti i motivi per cui non solo la ritenga migliore della precedente, ma la trovi persino una delle migliori stagioni di serie televisive di sempre.

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Innanzi tutto ho trovato sicuramente degna di apprezzamento l’accelerazione inevitabile degli eventi portati in scena, senza più tener conto delle presentazioni, delle introduzioni ad un ambiente unico e complesso come quello di Buckingham Palace. Il ritmo significativamente più dinamico dello show, però, non vuole significare una diminuzione dell’attenzione attorno alla psicologia e alla caratterizzazione dei personaggi, che, infatti, non ci sono mai apparsi così vividi, come nelle ultime quattro puntate di questa seconda stagione.

A dare una grossa mano alla serie, inoltre, è stata una mastodontica (perché termini più convenzionali non sarebbero allo stesso modo convincenti) interpretazione di Claire Foy, le cui espressioni facciali, da sole, hanno conquistato il pubblico ed espresso quelli che erano i reali sentimenti e le storie che si celano dietro a una donna forte, costretta – più spesso di quanto vorrebbe – a far buon viso a cattivo gioco.

Infine, rispetto alla prima stagione, la narrazione di eventi storici è apparsa più approfondita e densa di dettagli – talvolta anche piccanti e scabrosi – che hanno sicuramente sedotto gli spettatori più curiosi, ansiosi di entrare sotto la pelle dei reali e vedere coi propri occhi vicende che, fino al debutto di The Crown, avevano semplicemente potuto immaginare.

Non ci sono stati difetti, a mio modo di vedere, in questa seconda stagione e fatico ad abituarmi all’idea di dire addio a quelli che sono stati gli interpreti di queste due stagioni, avendo persino provato grande empatia per il Filippo, interpretato da Matt Smith, malgrado il suo carattere insidioso e grezzo, che spesso è stato perfetto antipodo della Regina.

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Prima di salutarvi, invitandovi a vedere la serie (qualora non lo aveste già fatto), tengo, infine, a sottolineare quello che è l’aspetto che più mi è piaciuto. E si tratta, senza giri di parole, del tempo e dell’attenzione dedicati al personaggio di Margareth. Vanessa Kirby mi ha affascinato in un ruolo complesso e sfaccettato come quello della principessa/regina mancata, piena di dubbi, timori e desideri di emergere. Così dura, ma allo stesso tempo così malleabile, vittima della paura di rimanere sola e perdere quelle che considera le poche occasioni di felicità che le sono concesse nella sua vita.

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