Forse arrivo un po’ in ritardo, ma anche io ho guardato The Umbrella Accademy, la serie Netflix, ideata da Steve Blackman, che trae ispirazione dalla serie di fumetti di Gerard Way. Oggi proviamo a raccogliere le idee e capire cosa ha funzionato e cosa ha funzionato meno in una serie che comunque ha avuto un’ottima accoglienza di pubblico e che – malgrado manchino ancora notizie ufficiali – pare probabile venga rinnovata per una seconda stagione.
Per chi ancora non la conoscesse, però, riassumo in breve la trama: 43 donne hanno inspiegabilmente partorito nel 1989, nello stesso giorno, senza aver condotto precedentemente una gravidanza. I loro figli sono in possesso di straordinari e imprevedibili poteri, per cui divengono oggetto di interesse di Sir Reginald Hargreeves, il quale “ricompensa” le madri disposte a cedere i propri figli e adotta sette di questi ragazzi speciali, che vanno a comporre la cosiddetta “Umbrella Accademy”. Il gruppo di ragazzi viene addestrato per sventare crimini e svolgere missioni su ordine di Reginald. Tuttavia, i ragazzi si disgregano e la storia della serie ruota incomincia nel momento in cui essi si rincontrano, in occasione della morte del padre adottivo.
Devo ammetterlo, non sono rimasto entusiasta come la maggior parte dei commentatori italiani che si sono sperticati in elogi (PAZZESCHISSIMI) per la serie. Mi sento d’accordo con quella parte di critica che ha giudicato la serie positivamente, senza ritenerla un capolavoro.
Facciamo attenzione, ho trovato gli ultimi quattro episodi davvero elettrizzanti e divertenti, ma, nel complesso, ho ritenuto la serie abbastanza lontana dal mio concetto di serie televisiva. Innanzi tutto, non mi ha entusiasmato come i protagonisti siano stati presentati; non me ne vogliate, ho iniziato a provare una vera empatia per loro solo a stagione inoltrata.
Un’altra piccola critica, per me, è l’eccessiva durata degli episodi iniziali. Avrei preferito che si desse maggiore tempo ai momenti in cui la storyline era nel suo climax, piuttosto che all’inizio (e poi, diciamocelo, è difficile trovare quotidianamente un ritaglio di tempo di almeno 60 minuti per vedere un singolo episodio).
Ma le critiche non sono affatto distruttive, anzi, come ho già anticipato, promuovo la serie e la consiglio anche alla luce del fatto che, nel suo complesso, si può certamente considerare ben realizzata, con un ritmo narrativo molto dinamico e scene veramente divertenti da vedere.
La presenza di Ellen Page e il contesto un po’ mi hanno riportato dei “feel da X-Men”, ma con ciò non voglio criticare la serie per plagio. È un gruppo di supereroi calato in un contesto piuttosto originale e non mi spingerei – come fa qualcun altro – a parlare di plagio o scopiazzatura. Se vogliamo fare comunque un paragone con un altro prodotto,The Umbrella Accademy mi è sembrata la versione riveduta e corretta di Sense8, senza la pornografia e la pallosità cubica delle storyline. Mi è sembrato che si sia voluto creare un gruppo di personaggi capaci di piacere, per le loro peculiarità, e di attrarre un largo pubblico.
Poi c’è da fare un applauso per gli effetti speciali. Specialmente le scene che hanno coinvolto Vanja/Ellen Page sono state straordinarie.
In generale, quindi, ho trovato un buon passatempo The Umbrella Accademy e il crescendo delle ultime puntate mi ha sicuramente “fidelizzato” in vista di una seconda stagione che, non dovendosi perdere in lunghe introduzioni, a mio modo di vedere, sarà sicuramente molto bella. A questa prima stagione, proprio per dovere di chiarezza, mi sentirei di dare un bel 7.
E voi? Come la avete trovata?
Capisco che intendi dire. Non è tra le mie preferite ma mi è piaciuta parecchio 😊
Spero davvero ci sia la seconda stagione. Mi sa che prenderò anche il fumetto prima o poi
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