Prima che qualcuno mi accusi di plagio, vi avviso che questo articolo è stato ispirato da un post su The Verge, che prendeva spunto da un tweet dei fratelli Russo. I registi di Endgame, infatti, hanno postato una vignetta, in cui sembrava che Thanos potesse affrontare il Night King.
Al di là della “epicità” di un simile scontro, The Verge ha individuato come una simile battaglia sarebbe priva di senso, dato che questi due villain hanno sostanzialmente gli stessi fini.
Da una lettura “contemporanea” dei due personaggi, infatti, si evince come entrambi stiano combattendo contro la memoria dei loro tempi. Un tipo di storia e che sembra evidenziare un messaggio subliminale: i cattivi, di ogni epoca e di ogni universo, sembrano volere l’oblio. Come nei nostri tempi si sta perdendo il ricordo dell’Olocausto, e movimenti politici “sovranisti” tirano fuori la testa, rinnegando quanto si è fatto e si è detto per far sì che nuove guerre non accadano, anche negli universi televisivi e cinematografici i villain lottano perché nessuno ricordi.
La più grande minaccia portata dal Night King, in Game of Thrones, in definitiva, consiste nel fatto che nessuno ricorda la pericolosità degli Estranei e questo impedisce ai regni di Westeros di fare fronte unito per difendersi. Cersei stessa sottovaluta questa minaccia e, di fatto, si assume un rischio ENORME senza rendersene conto, non schierando il proprio esercito a difesa dei vivi.
Dall’altra parte, Thanos, in Endgame, deve combattere la memoria. Il suo piano, infatti, è fallito perché, quando ha distrutto la metà della popolazione dell’universo, ha lasciato in vita comunque numerosi eroi incapaci di dimenticare ciò che aveva fatto. Questo ricordo ha portato gli eroi a lottare contro di lui e a far di tutto per mandare in monte i suoi progetti.
Non so fino a che punto sia il MCU che l’HBO volessero raccontare una storia che fosse ispirata ai nostri tempi, e alle brutture della guerra, ma mi rendo conto che, se Thanos e il Night King hanno avuto un tale successo, lo si deve al fatto che sono antagonisti realistici e, per questo, terribili.
Il male prospera dove e quando non esiste nessuno in grado di ricordare le conseguenze del male stesso e come era la vita senza il male.
Secondo il portale statunitense, poi, Game of Thrones ha voluto implicitamente adeguare le proprie storyline e la figura del re della notte a quello che è stato l’avvento di Trump e le conseguenze di un governo sovranista, che ha ignorato tutte le lotte che hanno garantito l’inclusione e l’accettazione delle diversità.
In qualche modo, mi sento di concordare su un’interpretazione che vede l’evoluzione di Westeros paragonabile all’evoluzione del nostro mondo. Vediamo donne in cerca di riscatto e in cerca di uguaglianza, sovrani dispotici, che ignorano le reali minacce perché obnubilati dal potere, e così via. C’è un lavoro, in fondo, che trae origine da Martin, che ripropone la storia contemporanea (e anche più risalente) e la trasforma in modo tale da renderla l’ossatura della trama e dei moventi di storia e personaggi in un universo fantasy. E questa è, per me, la principale ragione del successo de “Il Trono di Spade”, e il motivo per cui è riuscito ad appassionare un pubblico così eterogeneo.
Ciò che emerge da questa analisi, primariamente, è l’importanza della memoria. Ricordarci di quanto abbiamo sofferto e di quanto abbiamo combattuto per ottenere i nostri diritti, per ottenere il nostro mondo, è un dovere a cui non possiamo sottrarci. L’oblio e l’ignoranza sono pericolosi, sono le armi principali con cui si può abbattere un’epoca e ritornare al passato, e il Night King e Thanos sono emblematici per comprendere questa importante lezione!