Come scrivere il finale di un libro

In questi giorni mi è arrivata una newsletter da un sito di scrittura creativa, in cui si parlava del finale di Game of Thrones. Da lì si prendeva spunto per parlare di come dovrebbero essere i finali e, con questo materiale alla base, oggi proverò a scrivere un post proprio relativo ai finali.

Un aspetto che mi ha colpito, sinceramente, è che, ovunque si cerchi, le opinioni relative ai finali tendono sempre a convergere. Scrittori ed esperti di letteratura partono da una regola aurea:

  • Il finale deve essere imprevedibile, ma non scioccante.

In sostanza, si pone l’enfasi sul fatto che il finale deve sorprendere il lettore, ma non disorientarlo. Il finale deve essere COERENTE con la storia narrata, senza cambiamenti estremi o svolte totalmente scioccanti sul filo di lana.

Il lettore deve avere la sensazione di aver letto qualcosa che poteva accadere, sin dall’inizio, senza che questo finale fosse, però, eccessivamente prevedibile né tanto meno scontato.

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Per fare un esempio, parlando proprio di Game of Thrones (spoiler, se non lo avete visto), si è fatto notare come, nei libri, gli aspetti più “folli” di Daenerys fossero molto più significativi di quelli descritti nella serie. Nella serie il troppo tempo passato a far apparire Daenerys una salvatrice cozzava con un finale in cui vi era una radicale trasformazione in antagonista/villain definitiva della storia.

  • Il finale, quindi, non deve essere IMPROBABILE

Scrivere un finale lontano da quello che è il percorso delineato nel corso dell’opera, dunque, non è un buon finale. Si perde di credibilità, e fa apparire l’autore un sensazionalista, che non ha rispetto della storia che egli stesso ha narrato.

finale

Farò un altro esempio. Uno dei finali più belli che ho letto è quello della saga di Hunger Games. Sapevamo tutti che c’erano soltanto due finali plausibili: Katniss che sceglie Peeta o Katniss che sceglie Gale. Abbiamo avuto il primo finale, con un “ending” dedicato alla trasformazione e all’evoluzione della protagonista e alla sua nuova vita. Niente di scioccante, ma sicuramente il giusto finale per un personaggio iconico, che è stato sviluppato ed è maturato nel corso di ben tre libri.

  • Il finale arriva dopo un BUILD-UP

Questo aspetto riguarda i libri quanto ogni tipo di opera. La storia deve avere un suo significato. È una costruzione che deve arrivare a un finale, a un punto di risoluzione. Questo momento finale DEVE essere atteso, perché è il momento in cui il lettore “scopre come va a finire” e si scioglie finalmente la tensione e i nodi problematici, nati nel corso della storia.

Quasi sempre il lettore ha la curiosità di sapere qualcosa o di vedere qualcosa. Per esempio scoprire l’assassino di un delitto o vedere la morte di un antagonista particolarmente crudele. È questa una delle ragioni per cui vuole arrivare al finale.

Il Build-Up è quel percorso che crea questa attesa, questa curiosità nel fruitore.

  • Mostrate i cambiamenti e la maturazione dei vostri personaggi

La storia di un libro è un po’ come la storia della nostra vita. Spesso i libri trattano di eventi significativi nella vita dei personaggi. Eventi che NON possono non cambiarli. O meglio, esisteranno anche dei personaggi incapaci di maturare, ma deve essere coerente con la loro natura.

E’ fondamentale, però, che il finale metta in evidenza come sono adesso i personaggi che abbiamo seguito per le pagine del romanzo. Qual è stato l’effetto della vicenda su di loro?

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  • Lasciare spazio all’immaginazione del lettore

Un aspetto non secondario è anche quello di dare, finalmente, spazio al lettore. Un errore comune, infatti, è quello di credere che tutti i fili narrativi e tutti i punti oscuri debbano essere sempre SPIEGATI dall’autore. In realtà, quando questo non crea buchi di logica, non è un obbligo per lo scrittore.

È, inoltre, apprezzabile che l’autore delinei una nuova atmosfera col suo finale, così da indurre il lettore a immaginare quale sarebbe la storia da quel punto in avanti.

  • Come non deve chiudersi un libro

Ci sono alcune tipologie di finale che hanno DELUSO sempre i lettori. Un esempio: alla fine scopri che era tutto un sogno.

Questo tipo di finale è una “presa in giro” per il lettore. Il lettore fa un “investimento emozionale” nella storia. Rivelare, alla fine, che tutta la storia non era reale crea disappunto, se non proprio rabbia in un lettore che aveva creato questa connessione tanto coi personaggi quanto con la vicenda.

Altri finali da evitare sono i finali ECCESSIVAMENTE aperti. Se non avete intenzione di scrivere un sequel, chiudere un libro prima dell’evento risolutivo, della destinazione finale, può senz’altro non convincere il lettore.

Un paio di consigli per concludere queste linee guida.

  • È sempre meglio avere un lettore di fiducia, che vi dia un feedback sul vostro finale.
  • Cercate di curare molto l’ultima frase. È una sorta di chiusura del cerchio, avrà un impatto sul lettore.
  • Se volete scrivere un finale scioccante, fate in modo di averlo ragionato sin dall’inizio e non chiudete la storia prima che il lettore si sia “abituato” a questo ultimo choc.

20 pensieri riguardo “Come scrivere il finale di un libro

  1. Concordo con il tuo post. Io quando scrivo di solito parto proprio dal finale, o meglio, dal senso che voglio dare a tutto il racconto. Quando ho scritto la storia di Carlo e Maria Amalia sapevo esattamente come sarebbe stato l’epilogo perché era il fulcro del messaggio che volevo mandare.

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  2. È davvero difficile creare un finale che abbia tutti i requisiti necessari, anche perché ci sarà sempre qualcuno deluso. Almeno si può cercare di essere coerenti e sviluppare un percorso narrativo e di crescita credibile.

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      1. Perché ci vuole grande talento e maestria per rendere un racconto veramente emozionante o avvincente. Credo sia molto più facile gestire i tempi e le scene della narrazione in un romanzo.

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  3. Il finale è una delle parti più importanti di un romanzo. A mio modo di vedere ti deve lasciare un qualcosa, una sensazione di completezza, come se tutto il tempo passato a leggere sia valso la pena. Molte volte in brutto finale può pregiudicare l’intera opera ( che si tratti di romanzi, film o serie tv).

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      1. Io per quanto riguarda “cinquanta sfumature” non ciò proprio interesse neanche a cominciarlo. Non è per niente il mio genere. Comunque fino adesso ho sempre letto libri abbastanza interessanti, forse perché vado perlopiù di classici.

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