Scrivere significa “uccidere i vostri cari”

Oggi torno a parlare di scrittura creativa sulle pagine del blog. Infatti, ho, di recente, trovato un altro interessantissimo post di una blogger straniera, la cui trattazione penso potrà essere utile a coloro che, come me, si dilettano nella scrittura.

La tematica di cui parlerò oggi è sintetizzabile con l’espressione – che lascio in lingua originale – “Kill your darlings“.

Ma cosa intendiamo per Kill your darlings? Intendiamo la necessità di lasciare andare i nostri personaggi preferiti, all’interno di un romanzo. Ma questo concetto, secondo la blogger Melissa Donovan, non è riferibile soltanto ai nostri personaggi preferiti, ma, più in generale, a tutto ciò che amiamo delle nostre opere.

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I PERSONAGGI

Per quanto riguarda i personaggi, la blogger sottolineava come un autore non dovrebbe essere legato ai suoi personaggi preferiti al punto da preservarli anche quando ciò significhi essere irrealistici.

Certo, non è necessario che un autore nella storia debba per forza eliminare alcuni personaggi. Non tutte le storie, infatti, prevedono rischi tali da mettere in pericolo l’incolumità dei personaggi. Ma, in un ambito narrativo in cui è presente la violenza, sembra quasi naturale affrontare anche la tematica della morte. La morte è un aspetto umano e i nostri personaggi, in genere, sono dei mortali, quindi, se li mettiamo in prima linea in uno scontro armato o li esponiamo a una sparatoria, risulta difficile credere che se la cavino SEMPRE con ferite minori.

Personalmente concordo assolutamente con questi esempi della blogger. Anche io non ho mai capito perché alcuni autori mettano a repentaglio, in ogni modo possibile, la salvezza dei loro personaggi, soltanto per farli sopravvivere SEMPRE. A quel punto sarebbe tanto più realistico se non rischiassero la vita di continuo.

Comunque l’importanza della morte di alcuni personaggi dipende anche dal fatto che la fine della vita, la morte appunto, sia una tematica sicuramente potente, che deve essere affrontata da uno scrittore e non evitata in maniera scriteriata.

Così come, anche l’eccesso opposto, non appare funzionare. Uccidere i personaggi in modo sadico, tanto per creare imprevedibilità, infatti, può essere una mossa che non metterà tutti d’accordo.

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Frasi, scene, capitoli

Si dice che si passa un terzo del tempo a scrivere un romanzo e due terzi del tempo a rimuovere materiale dallo stesso. Pare che spesso le storie che scriviamo risultino, in una prima stesura, fin troppo cariche e sia, allora, necessario snellirle.

Quindi, il consiglio che viene dato è quello di considerare preminente il bene dell’opera nella sua interezza. Se il romanzo migliora senza frasi, scene o capitoli di cui siamo, comunque, molto soddisfatti, allora siamo costretti a sacrificarli.

Bisogna sempre ricordare l’importanza di narrare una storia. Appesantirla inutilmente è quanto di più sbagliato possa fare uno scrittore.

REGOLA D’ORO: LA SOSTANZA PRIMA DI TUTTO

Quando scrivete non dovete pensare che state esercitando il vostro stile. State raccontando una storia, proprio per questo il contenuto della vostra storia dovrà risultare sempre preminente rispetto alle vostre competenze retoriche e sintattiche. La sostanza è sempre al primo posto, anche quando seguire questa regola vi porterà a “uccidere i vostri cari”.

8 pensieri riguardo “Scrivere significa “uccidere i vostri cari”

  1. Io molte volte mi trovo con frasi bellissime, che però sono costretto a togliere per migliorare i miei racconti. Fa male dover rinunciare a queste frasi, ma cerco di segnarle su un foglio, per poi trovare il giusto contesto dove inserirle 😄

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