So che sto rischiando un flop clamoroso, ma permettetemi di osare con questa rubrica a cui tengo molto. Da tempo volevo parlare di wrestling perché amo questo sport entarteinment e penso che sia una delle forme di intrattenimento che possano dare più spunti di riflessione nel panorama mondiale. Con questa rubrica proverò a far conoscere qualcosa di più di questo sport (che non è uno sport) e a riabilitare agli occhi di un pubblico spesso scettico una disciplina, che soprattutto in Italia viene disprezzata.
Partiamo col dire che il wrestling non è né uno sport né un’opera fittizia, è entrambe le cose. I wrestler sono atleti professionisti e preparati, che, ciononostante, spesso rischiano moltissimo durante le loro imprese sul ring. Ma lottare è solo una parte del loro lavoro, dato che il wrestling è anche recitazione, mimica facciale, carisma e capacità di improvvisare. Un gran wrestler deve avere tutti questi requisiti e non è un caso che alcuni wrestler leggendari si siano reinventati attori. Anche di enorme successo se pensiamo a The Rock.
Per rispondere alla domanda “cos’è il wrestling” bisogna dare una risposta molto semplice, che ci serve come punto di partenza: è un’evoluzione della lotta grecoromana. Fino agli anni ‘30/40 nelle fiere itineranti si organizzavano combattimenti in cui i lottatori combattevano davvero. Molto presto i migliori atleti europei raggiunsero gli Stati Uniti per mettersi alla prova e negli States queste lotte divennero molto interessanti e apprezzate dalla folla. Ma, capirete bene, se lottavano davvero, la loro possibilità di durare a lungo sulla scena era messa in pericolo. Gli infortuni spesso impedivano di lottare con molta frequenza, e lottando solo di rado non si riusciva a portare a casa abbastanza soldi.
Per questo il wrestling si trasformò in uno spettacolo predeterminato, con mosse più scenografiche ma con meno colpi duri.
Con gli anni arrivammo a quello che si definisce “pro wrestling” che si distingue da quello “amateur”, che fa riferimento proprio agli stili di lotta sportiva “legittima”, senza risultati predeterminati e senza intrattenimento a contorno.
Seppure il wrestling non sia estraneo all’Europa o ad altre parti del mondo, quando pensiamo al pro wrestling pensiamo agli Stati Uniti, capaci di proporre un modello di intrattenimento apprezzato globalmente. Ma anche Giappone e Messico sono sempre stati e sono tutt’ora paesi con una grande tradizione e un grande interesse per questo sport entarteinment.
In America possiamo distinguere, negli ultimi decenni, una serie di trasformazioni di questo sport, che riassumerò brevemente per concludere questo articolo. Possiamo dire che fino agli anni ’70 l’aspetto scenico e scenografico era un aspetto secondario e fondamentale era proporre wrestler con un fisico possente – non sempre definito – che risultassero “legittimi” agli occhi dei fan.
Con gli anni ’80 l’entarteinment è diventato un fattore chiave e si è reso questo sport un concentrato di bizzarrie e di stravaganze. I wrestler dell’epoca ricalcavano personaggi stereotipici (si dice che i wrestler assumevano delle cosiddette “gimmick”) della cinematografia o dell’immaginario collettivo. Gli anni ’80 sono anche il periodo in cui diverse celebrità iniziano a fare delle apparizioni nelle federazioni di wrestling e a rendere questo sport davvero popolare.
Gli anni ’90, invece, aprono la strada a una trasformazione radicale in cui i personaggi diventano più realistici. Il wrestler non è più solamente una macchietta ma è un personaggio-persona, che si cala in un contesto in cui quasi ogni cosa diventa lecita. Sono gli anni in cui il prodotto viene rivolto a un pubblico maschile più adulto (Attitude Era), proponendo prodotti molto sessualizzati e privi di grandi censure.
Negli anni 2000 il trend del wrestling americano cambia un’altra volta. Si passa presto da uno stile più “estremo” a un prodotto di intrattenimento per famiglie. I wrestler tornano a essere personaggi da riconoscere per la loro abilità sul ring piuttosto che per le controversie o per i personaggi che interpretano. Negli ultimi anni possiamo dire, però, che si sta assistendo a una vera e propria nuova epoca, in cui sempre più prodotti cercano di contrastare il tradizionale prodotto di intrattenimento proposto dalla federazione più importante (la WWE). Si cerca di puntare moltissimo su un wrestling spettacolare e senza esclusione di colpi, dopo anni in cui questo sport ha perso fan non solo in Europa ma anche negli Stati Uniti. Siamo in un periodo di forti cambiamenti, che potrebbe presto cambiare l’assetto del panorama.
Questa era soltanto una breve infarinatura sul wrestling. Spero vi sia piaciuta e ci vediamo settimana prossima per un nuovo numero di Wrestling Nerd.
Io sono cresciuto con l’uomo tigre,( non il cartone animato) Cassius Clay sfidò l’allora campione Antonio Inoki.
Carnera finì in maniera patetica col fare wrestiling.
E’ anni e anni che non lo seguo più.
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Io quando trovo il tempo guardo. Anche se è da un po’ che non fanno un prodotto che mi entusiasma completamente
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anche io seguivi l’uomo tigre con molto entusiasmo ma era solo un cartone nella realtà non seguo sport violenti
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Io ricordo quando da bambino, prima di andare a mangiare, guardavo gli incontri di Underteken, Big Show , Jonh Cena e gli altri di quell’epoca… e, con l’ingenuità di un bambino, pensavo fosse tutto vero ahah.
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Indimenticabile periodo
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Negli anni 90 lo seguivo sempre, erano i tempi di Hogan, Inoki e The Undertaker….molto bello!
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Grazie del commento! Sì erano bei tempi
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