Recensione di “Hanover House” di Brenda Novak

Dopo un anno dalla lettura di “Alaska”, ho finalmente portato a termine il secondo capitolo della saga letteraria di Brenda Novak dedicato al personaggio di Evelyn Talbot, ovvero “Hanover House“.

La Trama in breve: È trascorso ormai un anno da quando Evelyn Talbot si è trasferita in Alaska, ad Hanover House, la clinica psichiatrica di massima sicurezza dove vengono internati i serial killer più efferati. Solo pochi di loro hanno una mente così brillante da riuscire a spiegare il complesso modus operandi che si cela dietro ai propri crimini, e uno di questi è appena arrivato. Si tratta di Lyman Bishop, il “Fabbricante di Zombi”, un genetista accusato di lobotomizzare le sue vittime con un rompighiaccio. L’ unico il cui raffinato intelletto regge il confronto con il famigerato Hannibal Lecter. Appena Evelyn lo incontra sente il sangue gelarsi nelle vene, e non è certo per la tempesta di ghiaccio che sta per abbattersi sulla zona… Ha la netta sensazione che qualcosa nella sua vita stia per cambiare, irreparabilmente. Quando viene ritrovato il corpo di una nuova vittima uccisa con un rompighiaccio, il dubbio che Bishop sia l’uomo sbagliato emerge con violenza. Ma le sfide non sono finite per Evelyn, perché la minaccia di Jasper, il ragazzo che a sedici anni l’ha segregata e seviziata, sembra più vicina che mai. Esiste un legame tra questi eventi? È solo un caso che la donna massacrata assomigli terribilmente alla bella psichiatra? Per Evelyn e l’uomo che ama, il tenace commissario Amarok, la caccia è di nuovo aperta. Perché nessuno è al sicuro nel grande freddo.so che la donna massacrata assomigli terribilmente alla bella psichiatra? Per Evelyn e l’uomo che ama, il tenace commissario Amarok, la caccia è di nuovo aperta. Perché nessuno è al sicuro nel grande freddo.

Mi ero orientato a non continuare a leggere la saga, dopo un primo capitolo, infarcito di cliché, che non mi aveva conquistato appieno. Tuttavia, ho preso il secondo capitolo in formato digitale in occasione di una superpromozione e posso dire che ne sia valsa assolutamente la pena.

“Hanover House” è tutto quello che “Alaska” non è riuscito a essere. Un thriller come si deve, che riesce a inquietare più di quanto si potrebbe immaginare.

L’autrice dedica molto meno spazio all’esaltazione della sua protagonista o alla descrizione della straripante avvenenza del sergente di cui Evelyn si innamora.

Al centro in questo libro ci sono i serial killer, delitti inquietanti e misteri irrisolti.

Devo dire che il ritmo incalzante del libro e le scene disturbanti narrate mi hanno fatto immedesimare completamente nell’Alaska in cui Evelyn abita, provando lo stesso timore della protagonista all’idea di essere aggredita dagli psicopatici che l’hanno presa di mira.

Del libro, inoltre, apprezzo anche il numero consistente di sotto-trame, che non sono mero riempitivo, ma servono a far concentrare il lettore su più tematiche differenti.

Forse l’unico difetto che ho trovato sono le scene di sesso, fin troppo esplicite, in un libro che, in fin dei conti, non ne abbisognava.

Lettura che consiglio assolutamente!

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