La saga di Evelyn Talbot
Negli ultimi anni, mi sono interessato a una saga thriller, scritta da Brenda Novak. La saga è dedicata al personaggio della psichiatra Evelyn Talbot.
La saga ruota attorno alla sua drammatica storia. Evelyn, sedicenne, è riuscita a sopravvivere alla furia del suo fidanzato del liceo, rivelatosi un serial killer psicopatico. La fortuna di sopravvivere a uno psicopatico è diventata miccia che ha infiammato la passione di Evelyn che ha, quindi, dedicato la vita alle ricerche al campo della psicopatia e della sociopatia.
I libri di questa saga sono ambientati in Alaska, a Hilltop, dove Evelyn dirige “Hanover House”, un istituto di detenzione per i criminali psicopatici.
La resa dei conti
Il libro che ho letto in questi giorni si intitola “Face Off” (La resa dei conti nella sua versione italiana) ed è il terzo libro della saga dedicata al personaggio di Evelyn.
Stavolta, infatti, dopo due capitoli in cui la minaccia di Jasper Moore – l’ex fidanzato andato vicino a ucciderla – non è stata concreta, le cose cambiano drasticamente. Jasper, sotto mentite spoglie, raggiunge l’Alaska, determinato a concludere ciò che aveva lasciato incompiuto ventidue anni prima.
La mia opinione
Devo ammettere che la Novak non ha deluso le mie aspettative.
Il primo libro della saga – Alaska – continua a essere il peggiore della serie, sebbene sia stato l’unico ad aver avuto un marketing importante e una distribuzione massiccia nelle librerie nostrane.
Ho trovato questo terzo capitolo all’altezza delle mie aspettative. La tensione non è mai stata altissima, ma l’autrice ha avuto la capacità di stimolare e coinvolgere il lettore in ogni momento della storia.
Mi sono ritrovato più e più volte a chiedermi come e quando sarebbe avvenuta la resa dei conti e la Novak è stata abile a depistarci con un finale che sembrava dovesse andare in una direzione, salvo rivelarsi tutto l’opposto.
Lo consiglio?
Ovviamente, per consigliare questo terzo volume, devo consigliare o meno l’intera saga.
Come detto, l’inizio non è straordinario. Evelyn e Amarok, nel primo capitolo della saga, sono un ammasso di stereotipi difficile da tollerare. L’autrice non la smette di dire quanto i due protagonisti siano belli, intelligenti e sexy (insopportabile!).
Col tempo, però, si impara a innamorarsi delle atmosfere della saga della Novak e anche i personaggi escono fuori dal loro guscio. Smettono di essere cliché e diventano più vividi di quanto sembri all’inizio.
In definitiva, credo che questi libri possano piacere molto agli appassionati di thriller ad alto ritmo e infestati da inquietanti e spietati serial killer.
Articoli correlati:
Recensione di Alaska di Brenda Novak