Oggi inauguriamo una nuova serie di post, dal momento che pubblico la primissima recensione di un videogioco sul blog.
Piccola premessa necessaria: non sono un gamer, anzi sono quanto di più lontano dai gamer, ma, a volte, apprezzo passare il tempo con l’intrattenimento videoludico. Specialmente quando sono stressato o cerco una via d’uscita dalle pressioni.
Qualche mese fa ho acquistato il titolo che intendo recensire (Final Fantasy XII – The Zodiac Age). Mi sono accorto di essere sempre rimasto affascinato dai brevi video della saga che mi era capitato di vedere (e da piccolo avevo giocato a Kingdom Hearts II che ha stretti legami con la saga di Final Fantasy), ma di non aver mai giocato uno dei numerosissimi titoli di questa serie di videogames.
Zodiac Age è la “rimasterizzazione” di Final Fantasy XII, uscito nel 2007. Il gioco è stato migliorato e riadattato alla console di nuova generazione.
Cosa ne penso?
Il gioco ha un aspetto manageriale che me lo ha fatto apprezzare. Se, infatti, in un primo momento ero rimasto deluso dall’impossibilità di “combattere in prima persona”, via via che giocavo ho imparato ad apprezzare il sistema del “gambit“.
Per gambit si intende il fatto che i nostri personaggi faranno una serie di azioni per le quali vengono settati tramite il menù principale, piuttosto che assecondare immediatamente i nostri comandi.
Per questo, in base all’avversario è importante creare la giusta strategia.
Inoltre, è un gioco che non delude dal punto di vista dell’aspetto “fantastico” (e come avrebbe potuto?). Ci sono tanti tipi di personaggi diversi, tante razze e tante creature. Il mondo è creato con sufficienti dettagli anche se siamo lontani dai moderni Open World.

Cosa mi è piaciuto di più?
Di Final Fantasy XII ho apprezzato sia l’aspetto strategico che la varietà di opzioni, di armi, di magie a disposizione per creare una squadra quanto più simile alle preferenze del giocatore.
Anche la grafica mi ha convinto. Niente iper-realismo, ma era giusto così, sia perché si tratta di una rimasterizzazione, sia perché ci sta che i personaggi fossero vicini alle immagini degli anime. Era quello che mi aspettavo.
Forse giusto lo scontro col boss finale è stato graficamente insufficiente. Alcune scene nel corso della battaglia erano di una qualità molto più bassa e si aveva l’impressione di combattere con una versione sgranata di Broly (riferimento a Dragon Ball).
La storia, al centro del gioco, è risultata molto complessa e, malgrado alcune forzature, l’ho trovata sufficientemente intrigante da spingere a giocare con uno scopo e ad apprezzare al massimo le cut-scene (anche, se a volte, un po’ troppo lunghe).
Cosa non mi è piaciuto?
Ci sono tre aspetti che non mi sono piaciuti (per niente, aggiungerei).
Innanzitutto, ho odiato tutti gli enigmi del gioco e i mini giochi. Superato il primo terzo di storia, ci si ritrovava sempre a dover capire da che parte andare, a dover risolvere un labirinto o a dover risolvere piccoli enigmi per poter proseguire.
Davvero, il piacere che provavo a rimanere impantanato per ore (perché non ho nessun senso di orientamento nella vita reale, figuriamoci nei videogiochi) era lo stesso che provo quando mi metto a studiare procedura civile.
In secondo luogo avrei preferito che si potesse aggiungere alla squadra qualche personaggio opzionale (non presente nella main storyline). Avrebbe permesso di rendere ancora più divertente e personale l’esperienza di gioco.
Infine, non mi ha fatto impazzire il fatto che, finita la storia principale, non si sia potuto sperimentare un post-game (il gioco ti costringe a ricominciare daccapo). Sarebbe stato bello poter continuare a esplorare (o a fare subquest non fatte nel corso del gioco) in un momento successivo, giusto per il gusto di acquistare tutte le armi o le magie.
In definitiva, comunque, è un gioco che mi sento di promuovere, malgrado preferisca giochi più intuitivi.
Il XII è, assieme a quelli online e al terzo, l’unico che non ho giocato: ai tempi della PS2, il decimo capitolo mi aveva stancato per la noia dei minigiochi (obbligatori per potenziare certe armi finali) e per l’inflazione dei punti vita dei nemici, quindi ho potuto conoscere il protagonista del XII solo su Dissidia Duodecim, il picchiaduro di Final Fantasy.
Ricordo che un amico adorava i gambit, perché programmandoli bene e attaccando un pezzo di nastro adesivo alla leva del pad, costringeva i personaggi a vagare e fare livelli per ore, mentre lui faceva altro XD
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Mi rendo conto solo ora che il mio commento è poco chiaro: il X mi ha fatto disinnamorare della serie, così il XII ci è passato di traverso 😛
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Certo e così si iperlivellavano 😂
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Comunque i minigiochi sono veramente una rottura.
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In certi giochi possono anche essere divertenti, l’importante è non costringere il giocatore a perdere troppo tempo e se sono molto difficili, non legarci elementi indispensabili.
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Dovrebbero essere avulsi dalla trama principale secondo me. Quanto meno in un gioco che è poco legato a queste dinamiche.
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