Buongiorno a tutti e buon inizio di settimana.
Oggi sono qui per recensire il terzo libro di una saga young adult che ho imparato ad apprezzare negli ultimi mesi. Sto parlando della saga di “Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo” di Rick Riordan. E oggi ci occuperemo de “La maledizione del titano“.
Le recensioni dei primi due libri le trovate qui (Il ladro di fulmini) e qui (Il mare dei mostri).
Il libro, pubblicato per la prima volta nel 2007, racconta di un’altra avventura di Percy. Stavolta il nostro eroe è chiamato a salvare Annabeth che è stata rapita durante un combattimento con una Manticora. All’orizzonte ci sono nemici misteriosi e il solito Luke e, come sempre, il suo viaggio attraverso l’America è un susseguirsi di pericoli e meraviglie.
Non mi stancherò mai di dire quanto mi stia sorprendendo questa saga. Apprezzo l’idea di calare la mitologia negli Stati Uniti contemporanei. L’universo narrativo non è mai forzato e ogni capitolo è una ventata di freschezza. Sono letture agili, scorrevoli e “confortevoli”.
Conosco pochi libri in grado di chiederti poco impegno e di lasciarti comunque qualcosa. Questo young adult ci riesce. Riesce a farti riflettere sui valori morali dell’agire dei personaggi e a dare degli insegnamenti (anche se rivolti prettamente a un pubblico generalmente più giovane di quanto io non sia).
Questo terzo capitolo, a mio modo di vedere, è una piccola transizione. Da una letteratura per giovanissimi si sta cercando di evolvere in qualcosa di più maturo, parallelamente alla maturazione del protagonista, tuttavia ancora troppo ingenuo e acerbo per trasformarsi.
L’intera storyline delle cacciatrici e il colpo di scena finale sull’identità dei gemelli Di Angelo sono stati sufficienti a mettere pepe anche a questo capitolo della saga. Onestamente, però, mi piacerebbe si approfondissero un po’ di più le relazioni fra i personaggi.
Mi aspetto molto di più dagli altri capitoli della saga, ma chiudo, consigliandovi questo libro nel caso siate alla ricerca di fantasy poco impegnativi!
I gemelli Di Angeli li ho sgamati alla prima azione in combattimento 😛 il tema dei loro poteri è evidente.
Detto ciò, questi primi libri, gli unici che ho letto, mi sono piaciuti molto. Scorrevoli, divertenti… a volte un po’ prevedibili, un po’ per l’appartenenza al “genere” young adult, un po’ per certi schemi ricorrenti.
In generale, penso che avrebbero meritato maggior successo, pur essendo stati accolti molto vene dai lettori.
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Hai ragione. Dovevo accorgermene prima! Anche il fatto che non si fosse parlato del padre doveva far suonare un campanello d’allarme
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Ma lì si sarebbe parlato di pura intuizione. I poteri, invece, sono un fatto esplicito.
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Questo probabilmente è il mio preferito della saga insieme all’ultimo. In effetti i rapporti tra i personaggi non sono mai approfonditi molto, ma in generale secondo me le varie caratterizzazioni non spiccano mai per particolare profondità. C’è una decisa virata in Percy nell’ultimo libro, ma non li ho mai trovati dei personaggi memorabili.
Comunque concordo, si leggono velocemente, intrattengono e hanno la loro piccola lezione adatta a chi sta crescendo adesso, come noi l’abbiamo avuta ai nostri tempi. Probabilmente la causa della loro scarsa fortuna è dovuta ai film, universalmente ripudiati dai fan, che non avendo avuto molto successo hanno impedito anche ai libri di ottenere un vasto pubblico. Alla fine anche Harry Potter è esploso come fenomeno quando è uscito il primo film, e lo stesso per Il Signore degli Anelli (in senso mainstream, intendo).
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Sì, questo è vero. Comunque fatico a ricordare film memorabili dopo la saga di Harry Potter in grado di consacrare saghe fantasy.
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