Recensione di “Nevernight – I Grandi Giochi” di Jay Kristoff

Buongiorno amici!

Oggi parliamo della mia ultima lettura, ovvero “Nevernight – I Grandi Giochi – Libro Secondo Degli Accadimenti di Illuminotte” di Jay Kristoff.

Qualche tempo fa avevo postato la recensione del primo libro della trilogia di questo autore australiano apprezzatissimo.

Anche stavolta posso dire di aver trovato sia dei grandi pregi che dei difetti un po’ fastidiosi in questo secondo volume di una saga tra le più vendute e popolari sul mercato italiano. Ma andiamo con ordine.

TRAMA:

Mia Corvere, distruttrice di imperi, ha trovato il suo posto tra le Lame di Nostra Signora del benedetto omicidio, ma sono in tanti all’interno della Chiesa Rossa a pensare che non se lo meriti. La sua posizione è fragile, e non si sta affatto avvicinando alla vendetta cui agogna. Ma dopo uno scontro letale con un vecchio nemico, Mia inizia a sospettare quali siano i veri moventi della Chiesa Rossa. Al termine dei grandi giochi di Godsgrave, Mia tradisce la Chiesa e si vende come schiava per avere la possibilità di mantenere la promessa che ha fatto il giorno in cui ha perso tutto. Sulle sabbie dell’arena, Mia trova nuovi alleati, feroci rivali e domande ancora più incalzanti sulla sua affinità con le ombre.

PARAGONI CON ALTRI LIBRI FANTASY:

Non si può prescindere – così come è accaduto per il primo volume – dal valutare le influenze che ha subito Kristoff, facendo un paragone con quei libri che, vuoi o non vuoi, sembrano avere molto in comune con Nevernight.

Ribadisco, però, che non trovo questo libro una scopiazzatura e che, come tanti altri, anche io penso che l’originalità sia un canone sopravvalutato nella letteratura contemporanea. Nevernight è, infatti, un fantasy non eccezionalmente originale che riesce però a creare un universo accattivante e delle atmosfere cupe che permettono di differenziarlo dai libri a cui potrebbe essere paragonato.

Innanzitutto va detto che più si va avanti nella descrizione delle regole del culto della Chiesa Rossa più io trovo evidente la somiglianza al culto del dio dai mille volti di Game of Thrones.

Però, il libro assolutamente più vicino a questo secondo volume è, senza timor di smentita, “Hunger Games”. Diciamocelo, non credo che esista un lettore di entrambe le saghe che non lo abbia pensato. Mia Corvere è alle prese con una serie di spettacolari battagliate orchestrate da un regime dispotico in cui si lotta costantemente per la vita. Anche se, va detto, il governo del mondo di Kristoff fa apparire quasi “buoni” i governanti di Panem.

Spoiler Alert Warning 

Cosa ho amato del libro:

Devo ammettere di aver amato le interazioni fra Mia e Ashlinn. Nessuno si sarebbe mai aspettato che potesse nascere una storia d’amore fra le due, non dopo che la seconda aveva ucciso il ragazzo di cui Mia era innamorata.

Eppure, trovo che la “conversione” di Ashlinn in un personaggio “positivo” (ammesso che esistano dei personaggi positivi in “Nevernight”) sia stato uno dei migliori risultati di Kristoff.

A ciò aggiungo che il libro ha avuto un ritmo molto più alto del primo volume e questo ha sicuramente reso molto più piacevole la lettura.

Sono entusiasmanti anche le caratterizzazioni dei personaggi, tutti molto diversi e tutti portati in scena con una coerenza impressionante.

Cosa non mi è piaciuto:

Kristoff sembra dare troppa importanza al build up e troppo poca all’epilogo. Se nel primo libro avevo trovato straordinaria la costruzione narrativa, in questo mi sembra che ci sia una sproporzione fra il build up e le scene più importanti. Se si mettono a paragone le prime 400 pagine con le 40/50 pagine di epilogo si nota quasi un crescendo che non porta a nulla. A differenza del primo volume che, pur leggendolo senza continuare la saga, dava comunque “soddisfazione” al lettore, in questo libro l’epilogo sembra un insieme di colpi di scena (alcuni forzati) messi insieme soltanto per far comprare il terzo e ultimo capitolo della saga.

Continuo a non amare le scene di sesso. Sia che ci sia amore sia che non ce ne sia, Kristoff continua a scrivere pagine e pagine di precise e pedanti descrizioni di atti meccanici che – devo ammetterlo – mi annoiano terribilmente.

GIUDIZIO CONCLUSIVO:

Credo che questo secondo libro sia stato un grande e pretenzioso trait d’union fra il primo e l’ultimo libro della saga. Molto piacevole da leggere, ma non un capolavoro. Un libro che, comunque, consiglio perché riesce meglio del precedente a intrattenere. Ma non aspettatevi qualcosa di innovativo o emozionante.

6 pensieri riguardo “Recensione di “Nevernight – I Grandi Giochi” di Jay Kristoff

Rispondi a Austin Dove Cancella risposta

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...