Bentornati sul blog, amici.
Oggi vorrei parlare un po’ di serie televisive perché ho da poco concluso la visione della seconda stagione della serie “The Haunting”, ovvero “The Haunting of Bly Manor”.
In questa seconda stagione ci troviamo in un maniero disperso nelle campagne inglesi, dove Dani, una giovane donna, si trasferisce per svolgere il ruolo di educatrice di due bambini rimasti orfani. Si scoprirà ben presto che la casa e la tenuta circostante sono infestati da strane presenze, fantasmi rimasti intrappolati nei confini di Bly Manor a seguito di un antico “sortilegio”, su cui lo spettatore avrà maggiori informazioni soltanto nella penultima puntata.
Storia d’amore o di fantasmi?
Per parlare di questa stagione mi sento di partire da una battuta pronunciata nell’ultima puntata. “Questa non è una storia di fantasmi, è una storia d’amore”.
Perché, paradossalmente, la storyline romantica è l’unica cosa che funziona in The Haunting of Bly Manor, è l’unico motivo per cui l’ultimo episodio ti emoziona. Il mood nostalgico dell’episodio conclusivo è l’unico bagaglio – e non scherzo – che mi porto dietro dopo aver visto questa serie – che doveva essere horror – che si è rivelata un fallimento sotto tanti punti di vista.
I problemi di “The Haunting of Bly Manor”
Per me di problemi nella serie ce ne sono a bizzeffe. Faccio prima a dire che la Pedretti come protagonista è stata molto brava (e una menzione la faccio anche a T’nia Miller nel ruolo di Hannah Grose) e che la fotografia era molto bella. Il resto non mi è piaciuto.
Prima di tutto, non c’è una scena in tutta la serie che fa davvero paura. E non so se è un bene per una serie horror.
A questo va aggiunto che la trama è stata chiarita allo spettatore con due enormi spiegoni nel terzultimo e nel penultimo episodio e quando la trama viene spiegata con due infodumb così evidenti significa che qualche errore nello storytelling si è compiuto.
E poi, devo dirlo, per me il problema principale è che il secondo, il terzo, il quarto e il quinto episodio sono talmente lenti che potevano essere riassunti. Se fosse stata una serie di sei episodi non dico che sarebbe stata un capolavoro, ma non ci avrebbe rotto le palle per quattro ore piene (almeno).
Conclusione
Quindi, che dire? Netto passo indietro rispetto alla prima stagione. Spero davvero di vedere una stagione più simile a “Hill House” l’anno prossimo. Bly Manor è stato un mezzo (forse sono anche generoso) flop.
L’avete vista? Che ne pensate?
Non l’ho vista, ma ambientazione e personaggi mi fanno inevitabilmente pensare al Giro di vite di Henry James. Che tu sappia, gli sceneggiatori si sono ispirati al racconto del famoso scrittore americano?
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Non ne sono certo ma non ho trovato nulla in merito
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Bly Manor si ispira al film The Innocents (Suspense in italiano) che a sua volta si ispirò a Giro di vite.
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Chiaro. Grazie 🙂
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Passo al sesto episodio e per il momento posso dire di apprezzarla molto. Adoro come si stia tirando sempre di più al genere gotico, un genere che purtroppo in molti confondono con l’horror.
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mai sentita 😀
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Non so quando avrò il tempo di scriverne anche io, ma sono totalmente d’accordo con te: gli ultimi due episodi sono gli unici che mi sono piaciuti davvero, perché sono gli unici che mi hanno trasmesso qualcosa. La storia di Viola, con la ripetizione ossessiva di “sleeping, waking, walking” dà il senso di cosa deve essere la vita di un fantasma secondo la mitologia della serie, e l’ho trovato tragico come, secondo me, ogni buona ghost story dovrebbe almeno in parte essere. E l’ultimo episodio ti strappa il cuore, letteralmente; l’ho adorato! Ma cos’anno contro la Pedretti che non riesce mai a portare a casa la pellaccia?
Per il resto, i colpi di scena si vedono arrivare da lontanissimo (se li ho visti io allora erano proprio palesi), la magione avrebbe potuto essere suggestiva ma non è stata sfruttata come avrebbe potuto, e poi c’è l’errore capitale, che citi anche tu: non fa paura, mai. Hill House mi aveva quasi provocato un paio di buoni infarti, e nel resto del tempo si sentiva l’angoscia, l’ansia, l’inquietudine; qui proprio nulla.
C’è da dire anche che a un certo punto ho rischiato crisi cardiorespiratorie ogni volta che la bambina apriva bocca; un altro “peeerfectly splendid” e andavo fuori di testa! A suo tempo si erano scritte pagine di polemiche perché il bambino di Molto forte, incredibilmente vicino non parlava come un bambino vero, questa qui si esprime come Jane Austen e sta bene a tutti!
Hannah TOP! Best character! Look stupendo e ottima interpretazione, l’ho adorata! Anche se, di nuovo, il suo colpo di scena lo capisci già nel primo episodio.
Spero che una terza stagione, se mai dovessero farla, si avvicini più a Hill House.
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Perfettamente d’accordo con ogni cosa che hai detto. Leggerò volentieri una tua recensione qualora trovi il tempo. Speriamo in una terza stagione migliore.
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Io non so se sia un passo indietro, di certo c’è un passaggio più canonico che ha ridimensionato l’ansia. Ho trovato molti rimandi a mondi horror (the ring su tutti). Ad ogni modo, se ti fa piacere, il mio punto di vista lo trovi sul blog. A presto e grazie per il tuo punto di vista
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