Buongiorno amici lettori. Oggi recensirò uno dei libri più strani che mi sia mai capitato di leggere, ovvero “Gli ansiosi si addormentano contando le apocalissi zombie” di Alec Bogdanovic, che ringrazio per avermi fornito copia del suo romanzo..
Trama:
La depressione è il male della nostra epoca. È la malattia più diffusa al mondo ed è la più temuta dopo il cancro. Il nostro anti-eroe ci si imbatte nell’adolescenza e cerca di liberarsene con la disciplina e il metodo di un ricercatore, peccato che la cavia da laboratorio sia lui stesso. Finirà così per autocondannarsi a un’interminabile escalation di sfortune e miserie umane: queste daranno corpo a un romanzo di formazione in cui tragedia e commedia si intersecano e fondono fino a diventare del tutto indistinguibili.
La mia opinione:
Ho ripreso la descrizione del romanzo su Amazon perché mi ci vorrebbero circa tre o quattro ore per poter riassumere a parole mie ciò di cui parla il romanzo di Alec.
È un romanzo di formazione? Secondo me sì e no. La storia al centro del romanzo è un pretesto per fare denuncia. Denuncia sulla società, su come i millennials sono stati lasciati a loro stessi dopo averli imbottiti di illusioni e su come gli stessi millennials abbiano reagito a tutte le difficoltà che hanno incontrato nel loro percorso.
È una storia che dipinge la grettezza e la bassezza umana. Infatti, dopo una parte iniziale in cui al lettore pare di leggere la storia di un ragazzo come tanti con le uniche peculiarità dell’ansia patologica di cui è affetto e dell’impotenza, presto si comincia a capire che questo libro è qualcosa di molto più particolare.
A me “Gli ansiosi si addormentano contando le apocalissi zombie” ha fatto l’effetto di un allucinogeno (anche se non ne ho mai provati). Non riuscivo a posare il libro e sono stato tutto il tempo a chiedermi se l’autore potesse condividere le stesse idee del protagonista. Per carità, io spero proprio che Alec e il personaggio al centro della storia siano due mondi distinti perché altrimenti ci sarebbe da preoccuparsi. Il protagonista del romanzo, infatti, senza girarci troppo attorno, è uno sboccato sessista che poi si trasforma addirittura in uno stalker.
Eppure, leggere questa storia dà assuefazione. Sei completamente immerso nelle vicende del protagonista e, in alcuni momenti, finisci quasi per identificarti (sessismo, bodyshaming e altre amenità a parte). In fondo, forse uno degli intenti dell’autore era quello di spiegare quanto profondamente il contesto e le scarse possibilità offerte dai nostri tempi possano trasformarci, fino a farci diventare dei “mostri” fatti di ansia e di invidia.
Lo stile dell’autore
Un elogio particolare voglio farlo allo stile dell’autore. Un romanzo in prima persona che ti immerge del tutto nelle vicende e ti fa sfogliare le pagine a grande velocità.
Si nota una grande consapevolezza nella tecnica di scrittura di Alec e per questo gli faccio i complimenti.
Forse avrei giusto evitato i salti temporali perché hanno rischiato un po’ di confondere e non penso che il libro ne avrebbe sofferto se fosse stato scritto con un progredire cronologico lineare degli eventi.
Lo consiglio?
Io ho apprezzato molto l’esperienza di lettura de “Gli ansiosi si addormentano contando le apocalissi zombie” e ho trovato anche molte informazioni che hanno arricchito il mio bagaglio culturale all’interno, ma devo fare una premessa.
Per approcciarvi a questo libro dovete tenere la mente aperta. È il libro meno “politicamente corretto” che potete trovare, quindi siate preparati.
Però, ve lo dico. Nel libro si prende in giro un fantomatico personaggio chiamato la “Recensitric*”, alter ego di una intellettuale di sinistra in sovrappeso attenta al politically correct che si sente più intelligente degli altri. Io mi sento molto simile a questo personaggio, eppure non mi ha dato fastidio. Quindi, penso che con il giusto mindset sia un libro che può davvero essere apprezzato.