Recensione di “Diario dell’anno della peste” di Daniel Defoe

Salve amici lettori e bentrovati sulla mia pagina.

Oggi torno a parlare di libri e, nello specifico, mi occupo di un libro invero assai singolare. Sto parlando di “Diario dell’anno della peste” di Daniel Defoe, un libro che analizza la diffusione del terribile morbo nella Londra del Seicento. 

Di cosa parla “Diario dell’anno della peste”?

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Credo che con il preambolo abbia già detto a sufficienza, ma proverò ugualmente a descrivere meglio l’oggetto di questa opera. 

Il libro di Defoe ripercorre gli eventi che portarono alla diffusione della peste tra il 1664 e il 1665 nella capitale britannica. E’ un libro che cerca di indagare le conseguenze tanto sugli animi quanto nel contesto socio-economico che una simile calamità ha avuto sull’Inghilterra e, in particolare, proprio su Londra che fu epicentro di questo contagio. 

Sulla carta, “Diario dell’anno della peste” è un romanzo storico, ma devo avvertirvi. La cronaca di quel periodo è davvero poco romanzata e potrebbe spiazzare anche gli amanti del genere. 

Leggere un libro sulla peste in piena pandemia

Leggere il libro di Defoe è stata un’esperienza surreale e che, francamente, non consiglio. 

Da una parte, è interessante notare come, a distanza di quattro secoli, continuino a esserci così tante somiglianze nel modo in cui un virus sconosciuto prende il sopravvento sulla società. Dall’altra, rendersi conto di tutti questi punti di contatto fra la pandemia di peste e quella da coronavirus non fa altro che esacerbare le tipiche ansie che stiamo tutti sviluppando a causa dei divieti e delle restrizioni.

Nel complesso, mi sento di dire che è stata un’esperienza, ma non un’esperienza piacevole. 

Giudizio complessivo

Credo che dalle parole fin qui spese si comprenda quello che è il mio giudizio sul libro. 

Se devo essere davvero onesto, penso che il romanzo non abbia quella vena letteraria che mi aspettavo. La cronaca è davvero la cifra stilistica di un libro che non prova nemmeno a fare entrare in connessione protagonista e lettore. L’unica protagonista rimane la peste e il lettore legge le pagine allo stesso modo in cui sfoglierebbe un manuale di storia. 

Persino gli spunti su come l’animo umano è mutato a seguito del contatto con la diffusione del morbo diventano piccolissime digressioni da un incedere giornalistico degli eventi che smorza ogni tentativo di coinvolgere il lettore. 

Se, comunque, vogliate cimentarvi in questa lettura, potete acquistare il romanzo a questo link.

5 pensieri riguardo “Recensione di “Diario dell’anno della peste” di Daniel Defoe

  1. Chissà se anche allora si diceva che ne sarebbero usciti migliori…

    Scherzi a parte, ha l’aria di essere un libro interessante, ma forse, giustamente, non proprio adatto a questo momento storico in cui viviamo sula nostra pelle il dramma di una pandemia; d’altra parte, potrebbe quasi essere catartico vedere patire ad altri quello che sta capitando oggi a noi. Certo che scoprire che poco o nulla è cambiato in quattrocento anni è un minimo sconfortante…

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