Buongiorno, amici lettori.
Oggi parliamo di un libro che hanno letto in molti e di cui si è parlato tantissimo su Instagram, ovvero Circe di Madeline Miller.
DI COSA PARLA CIRCE?
Circe è un romanzo sentimentale che rielabora la figura mitologica della maga Circe, divenuta famosa grazie all’Odissea.
È un libro che esplora le origini della figlia di Elios, dalla nascita, alla punizione di Prometeo, passando per la scoperta dei poteri da maga fino al periodo relativo al suo esilio. È un libro molto dettagliato che ripercorre molti miti anche soltanto connessi con la figura di Circe.
IL MIO GIUDIZIO
Credo che, a differenza de “La canzone di Achille” (altro romanzo della Miller), Circe abbia un inizio un po’ più lento e, a tratti, troppo descrittivo. Ciononostante, ancora una volta mi sento di spendere solo complimenti per lo stile e l’immaginazione dell’autrice.
Infatti, Circe è un romanzo che parla di sentimenti, di vita vera e di delusioni. Circe è una perdente letteraria, una perdente di cui non ci si può innamorare. Ricordo pochi personaggi sfortunati e circondati da cattiverie e amarezza come la maga protagonista del romanzo della Miller.
Eppure, forse parlare di perdente è un po’ eccessivo, perché Circe è una donna forte, che riesce a resistere ai dolori, alle porte sbattute in faccia, alla solitudine e alle mancanze.
LA FORZA DI SOPRAVVIVERE SENZA AMORE
Circe riesce nell’intento di vivere la sua vita, senza vacillare, anche quando tutte le illusioni di una vita migliore e piena di amore cadono al tappeto.
Il romanzo della Miller ci accompagna delicatamente in una storia di solitudine e disincanto che permette di fare emergere la resilienza e l’immenso spirito vitale di un personaggio in grado di sopportare, di tenere duro e di accettare quel briciolo di bene che gli viene concesso nella vita.
Leggendolo, mi sono ritrovato a pensare più volte su quanto sia difficile, a volte, tenere botta alle delusioni della vita e a un amore che sembra non arrivare mai, in una vita inframmezzata da piccoli e grandi episodi di cattiveria gratuita.
Circe prende atto della situazione e trova sempre le forze di sopravvivere ed è un traguardo ai miei occhi incredibile.
In conclusione mi sento di dire ancora che la Miller riesce a narrare storie dense di sentimento che si trasformano in meravigliose esplorazioni all’interno dell’animo umano. È una lettura che consiglio a tutti.
L’ho visto in libreria, sono stato tentato di comprarlo ma all’ultimo ho desistito: vivo sempre con un misto di ansia e sospetto queste rivisitazioni di personaggi e storie della cultura classica, e ho l’impressione che molto spesso rischino di essere (volutamente?) travisate e storpiate – vedi la controversia su Medusa dell’anno scorso.
Però il libro su Achille mi interessa davvero tanto e sono curioso, almeno quello, di vedere come è.
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Credo che se cerchi un maggiore contatto con la mitologia sia meglio Circe, se cerchi una storia più sentimentale meglio La canzone di Achille. Mi sono piaciuti entrambi comunque.
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beh, l’autrice parte avvantaggiata con un personaggio tanto complesso
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Apprezzato tantissimo, anche più de “La canzone di Achille”!
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