Buongiorno, amici lettori.
Oggi vi parlerò di un libro che mi ha molto scosso ed emozionato. E sì, lo ammetto, anche commosso. E per uno che piange raramente per i libri, è sicuramente un grande risultato.
Sto parlando di Fai bei sogni di Massimo Gramellini.
DI COSA PARLA FAI BEI SOGNI
Fai bei sogni è un romanzo autobiografico che Gramellini ha scritto per fare pace con la perdita della madre all’età di nove anni. Ripercorre la sua vita, dall’infanzia fino all’età adulta, in un susseguirsi di riflessioni e autoanalisi che partono da un leit motiv di fondo: quanto può cambiare la vita di una persona e la sua capacità di rapportarsi all’amore il fatto di essere orfana?
Credo che in Fai bei sogni ci sia davvero di tutto. La storia, pur essendo un’autobiografia, ha una vena universale. Nelle domande di Gramellini e nelle sue difficoltà riusciamo a leggere noi stessi, le nostre difficoltà, i nostri dubbi e i nostri passi falsi.
È un romanzo che ci parla del coraggio di vivere. Perché vivere è un atto temerario, soprattutto per chi ha paura dell’abbandono, soprattutto per chi ha bisogno di amore e pensa di non meritarlo.
Credo di aver letto questo romanzo al momento giusto della mia vita perché mi ha portato ad analizzarmi e a riconoscere un’esigenza profonda di scavare dentro di me e dentro a tutta la paura che ho di non essere amato. Tuttavia, è meglio evitare di divagare…
IL MIO GIUDIZIO
Fai bei sogni è un romanzo che riappacificherebbe qualsiasi lettore con la letteratura italiana e contemporanea. È un romanzo che, per il suo equilibrio stilistico e di struttura, credo non possa davvero lasciare indifferenti o delusi. Parla di vita, esplora tematiche profonde e molto serie, ma lo fa sempre con un tocco lieve. Emozionante e mai stucchevole.
Gramellini ha una passione per le immagini mentali, che, a volte, rendono più vivide le scene e altre semplicemente offrono una patina di ironia e di leggerezza a una storia che altrimenti risulterebbe drammatica, forse finanche difficile da digerire.
Non sempre amo i guizzi “gramelliniani” volti all’insolito, all’utilizzo di una perifrasi o a un sinonimo per evitare la ripetitività. A volte, questo tentativo di creare espressioni e immagini nuove funziona alla perfezione, altre mi sembra un eccesso di sforzo dell’autore.
In generale, comunque, è uno di quei libri che emoziona e ti entra dentro con leggerezza, senza alcun tipo di smania. Gramellini vuole soltanto raccontare una storia e non cerca artificiosamente l’effetto patetico. È proprio la linearità, la leggerezza con cui si parla di tutto e, soprattutto, delle nevrosi e delle ansie dell’uomo della nostra epoca a completare l’opera e a emozionare il lettore.
Lo avevo letto anni fa, ricordo che era piaciuto molto anche a me!
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