Buongiorno, amici lettori.
Qualche giorno fa ho pubblicato sul blog quelle che – a mio avviso – sono le frasi più belle del romanzo “Che tu sia per me il coltello” e oggi desidero pubblicare la mia recensione di quello che è uno dei capisaldi della letteratura sentimentale moderna.
DI COSA PARLA “CHE TU SIA PER ME IL COLTELLO”?
Un uomo, Yair, rimane affascinato da una donna, Myriam, che incontra a una festa. Trova il modo di mettersi in contatto con lei. Inizia tra i due una corrispondenza epistolare che, in brevissimo tempo, diventa intima, coinvolgente e senza filtri.
Per Yair, tutto di Myriam è eccezionale, diverso, straordinario. La fascinazione che lo fa avvicinare a lei è come una rinascita, una rottura con il tempo della vita che inizia ad avere senso solo quando Myriam inizia a esistere nel suo orizzonte.
La comunicazione tra i due è per Yair l’occasione di mettersi a nudo, di riflettere su se stesso, sull’infanzia e sull’amore. L’amore è davvero il centro focale di questo scambio epistolare che, agli occhi del lettore, potrebbe essere letto come un magnifico saggio sull’amore.
IL MIO GIUDIZIO
Che tu sia per me il coltello è un romanzo epistolare struggente, profondo. Tutto ruota attorno alla frase “Amore, tu sei per me il coltello con cui frugo dentro me stesso” (Franz Kafka). Questa frase è emblematica per analizzare questo romanzo. Infatti, come l’amore per Kafka (e per il protagonista del romanzo di Grossman) è uno strumento per rovistare all’interno di noi stessi, così questo libro può essere considerato uno strumento per conoscere noi stessi, i nostri sentimenti e la nostra concezione della vita e dell’amore.
È letteralmente impossibile leggere questo libro e rimanere indifferenti. Qualsiasi lettore, dotato di una sufficiente sensibilità, si porrà al centro di una riflessione e inizierà a sottoporsi a una serie di domande.
Cosa significa l’amore? Come cambia la vita quando si ama? Quale tipo di amore cerchiamo e quale è in grado di cambiarci la vita?
L’AMORE IMPOSSIBILE E TRAGICO È L’AMORE CHE ACCENDE LA POESIA
Rifacendomi alle riflessioni di D’Avenia in merito ai poeti che hanno ricercato passioni impossibili e amori tormentati per dare vita alla poesia e raggiungere i propri picchi artistici, ritengo che qui accada lo stesso.
La storia d’amore al centro del romanzo di Grossman è un amore impossibile (o, forse, sarebbe meglio dire un amore “astratto”) e che nella sua non realizzazione si trasforma in sentimento tragico.
Alla fine della lettura, ciò che rimane nella mente del lettore è la profonda amarezza per aver visto svilupparsi un sentimento ideale ma non concreto. Un amore che non si concede, che non diventa materiale, che non si offre alla tenerezza. Vibra il cuore spezzato di Myriam nelle ultime pagine del romanzo e le sue parole toccano l’anima fin nel profondo. Da ciò ne esce una rappresentazione dell’amore come sentimento che porta a grandi estremi, dalla massima esaltazione fino al più grave malanimo.
Per questo, ritengo che ci sia molta verità nelle pagine di Grossman e considero questo romanzo – seppure in alcuni tratti un po’ dispersivo – un romanzo da leggere a ogni costo.