Buongiorno, amici lettori.
Oggi voglio parlarvi del secondo libro che ho letto per il GDL #diariodiunassassinoseriale, ossia “Jack lo squartatore: la vera storia” di Paul Begg.
DI COSA PARLA JACK LO SQUARTATORE: LA VERA STORIA?
Come sempre, il titolo è un po’ fuorviante, come lo sono sempre i titoli dei libri che affrontano casi irrisolti, ai quali nella quasi totalità dei casi non è possibile dare una soluzione.
Il libro di Paul Begg è un approfondimento storico molto dettagliato che, tuttavia, non mi ha soddisfatto in modo completo. Ritengo, infatti, che “Jack lo squartatore: la vera storia” si discosti dal tipico libro dedicato ai serial killer. Sono quasi marginali le descrizioni degli omicidi, del modus operandi e l’indagine psicologica dell’assassino (elementi che catturano l’attenzione degli appassionati del genere). Il libro è frutto di un approccio storico-scientifico che ha come principale obiettivo inquadrare il contesto storico in cui si sono svolti i delitti del fantomatico Jack lo squartatore e spiegare perché hanno colpito così tanto la collettività, al punto da rendere questa striscia di omicidi davvero significativa per la storia e l’immaginario britannici.
IL MIO GIUDIZIO
Le ricerche alla base dell’opera di Begg sono di pregio, di indiscutibile cura e meticolosità.
Ciononostante, reputo il libro quasi un manuale universitario, più adatto agli studiosi della cultura e della storia britannica che agli appassionati di cronaca nera. Anzi, sembra quasi che Begg voglia dare un contentino al suo pubblico solo con gli ultimi due capitoli, in cui effettivamente si prova ad analizzare i crimini, prospettando anche possibili soluzioni a uno dei casi irrisolti che più hanno attirato la curiosità del mondo occidentale.
Una lettura che, quindi, consiglio soltanto a chi davvero abbia voglia di scoprire l’atmosfera e lo sfondo che hanno avuto gli omicidi di Jack lo squartatore.
ma allora cambia titolo
mi pare abbiano voluto fare un testo importante e poi sapendo che nessuno se lo sarebbe comprato ‘arricchito’ da una trappola per allodole
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Lo fanno sempre.
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Quindi sostanzialmente è un saggio sull’Inghilterra vittoriana. Non mi sarei lamentato, alla fine è un argomento che mi interessa, ma è sicuramente pubblicità ingannevole – anche perché non so quanto di nuovo si potrà mai sapere su Jack lo Squartatore, a questo punto.
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Sì, con attenzione particolare a Whitechapel.
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