Recensione di “Volevo dirti delle stelle” di Roberto Emanuelli

Buongiorno, amici lettori e ben ritrovati sulla mia pagina.

Oggi parliamo di Volevo dirti delle stelle di Roberto Emanuelli, romanzo che mi è stato regalato da una mia cara amica per Natale. Il libro, edito Sperling & Kupfer, uscito proprio sul finire dell’anno scorso, sta conquistando molti consensi, eppure mi ha lasciato qualche perplessità.

Parliamone insieme…!

DI COSA PARLA VOLEVO DIRTI DELLE STELLE?

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Il romanzo di Emanuelli è la storia di un amore finito per un tradimento, la storia di due persone che si trovano a fare i conti con una nuova esistenza dopo che una relazione che sembrava dover durare per sempre si è arenata nel modo più doloroso.

Lasciarsi non è mai semplice, soprattutto quando impari a condividere ogni aspetto della tua vita con il tuo o la tua partner, ma per Matteo e Claudia è ancora più difficile perché vent’anni sono quasi una vita intera per loro e tutto sembra così dannatamente strano ora che non si vedono più.

Ma Volevo dirti delle stelle è anche un romanzo che parla di noia esistenziale, di tentazioni e di perversioni, di aspirazione a un’eterna giovinezza e di una felicità che, a volte, ci appare così lontana e diversa da quello che già possediamo nella nostra vita.

IL MIO GIUDIZIO

Parliamoci chiaramente. La storia scritta da Emanuelli è solida, strutturata bene, con uno sviluppo coerente e logico. L’approfondimento psicologico dei personaggi è un aspetto molto positivo, soprattutto perché Emanuelli non si lascia intimorire dalla possibilità di descrivere anche le piccole nefandezze che l’animo umano nasconde, quella umanità spicciola fatta di passione per il divertimento, per la trasgressione. È un’analisi lucida di quello che accade quando ci si lascia irretire dai desideri proibiti.

E allora cosa mi ha convinto meno?

Essenzialmente posso criticare due profili di quest’opera. Il primo è lo stile. Se il periodare fluido, scorrevole e lineare permette una lettura agevole e rapida del romanzo, non mi ha conquistato il desiderio di dover sfornare aforismi a ripetizione. Mi è sembrato quasi un tentativo di parodiare Bisotti, con i suoi romanzi infarciti di riflessioni sull’amore. La sfida fra Emanuelli e Bisotti, però, la considero decisamente un pareggio. Emanuelli è un miglior storyteller, Bisotti un miglior scrittore.

Infine, un grosso, enorme MA è quel finale. Anzi, non so se mi ha infastidito di più il finale che mi è apparso forzato (soprattutto per una questione anagrafica relativa ai personaggi) oppure l’epilogo che mi è sembrato eccessivamente melenso e sdolcinato.

Sono quasi sicuro che, con un epilogo e un finale differenti, avrei apprezzato molto di più l’opera, che comunque posso definire gradevole, sebbene non abbia soddisfatto fino in fondo le mie aspettative.

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