Recensione di “Il potere nascosto degli ipersensibili” di Christel Petitcollin

Vi siete sentiti dire che siete troppo sensibili o troppo fragili o troppo affettuosi o troppo qualcos’altro?

Bene, se ve lo siete sentiti dire, è probabile che siate persone ipersensibili. E, se siete persone ipersensibili (o persone ad alto funzionamento emotivo), il libro “Il potere nascosto degli ipersensibili” di Christel Petitcollin è la lettura che fa per voi.

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Questo saggio rientra fra le letture che ho scelto di fare per comprendere meglio la mia natura e le ragioni di quello scollamento con le altre persone che spesso mi ha fatto soffrire.

Da tanto tempo, infatti, la parola “sbagliato” balenava nella mia mente. La mia sensazione era quella di essere troppo diverso dagli altri per essere accettato e – ovviamente – anche amato.

In realtà, quello che sto capendo, via via che le mie consapevolezze aumentano, è che sì, sono diverso, sono “raro” per il modo in cui vivo i sentimenti (a volte, in maniera quasi incontrollata), ma non sono sbagliato. Ho solo bisogno di imparare a disinnescare le mie reazioni emotive, a vivere meglio la solitudine e ad avere aspettative più realistiche in merito a quello che gli altri mi possono dare.

“Nessuno farà caso ai vostri bei raggi infrarossi e ai vostri magnifici ultravioletti; le vostre argute sottigliezze non esistono agli occhi degli altri. Questa è la realtà quotidiana degli iperefficienti mentali e in parte spiega il loro vuoto identitario: lo specchio dei rapporti interpersonali non può rifletterli nella loro interezza”.

Il saggio di cui vi parlo oggi è una lettura che apre gli occhi su una realtà che io non conoscevo fino in fondo. Molte persone non si rendono conto di guardare il reale con una profondità diversa dagli altri, sviluppano un sistema di valori rigido e hanno aspettative enormi su ciò che dovrebbero essere le relazioni amicali e sentimentali. Un bel mix che crea spesso questa sensazione di dissociazione e una sofferenza prolungata, data dalla mancanza di riconoscimento.

È un saggio che svela anche molte dinamiche che gli ipersensibili si autoimpongono per sfuggire al rifiuto sociale di cui, com’è comprensibile, hanno il terrore.

“Non dovete dimostrare il vostro valore, siete perfetti nella vostra imperfezione. Accontentatevi di essere voi stessi, e allora il vostro vuoto identitario sarà colmato.”

Eterni sognatori ma anche autocritici in maniera tossica, gli ipersensibili inconsapevoli sono una macchina ad alto ritmo che rischia di spezzarsi in continuazione.

Comprendere molti meccanismi degli ipersensibili, mi ha permesso di dare ulteriore valore all’autoconsapevolezza. Per affrontare al meglio la realtà, occorre farsi domande, ricercare il sapere, sviluppare gli strumenti giusti per non essere solo passivi e lasciarsi andare ai sistemi di correzione istintuale che imponiamo a noi stessi quando abbiamo paura di rimanere soli.

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