House of the Dragon è una serie che porta sulla scena una storia molto complessa, che deve essere analizzata con molta attenzione e con uno sguardo acuto.
Quello che non mi è piaciuto, nel leggere i commenti alla serie, è una visione univoca dei personaggi della serie, come se ci fossero, alla fine, degli eroi e degli antieroi. Molto presto, infatti, ho notato che i fan della serie hanno considerato Rhanyra l’eroina, in parole più povere la “buona” della storia.
Ma Rhaenyra è davvero una “buona”?
A mio avviso, il momento finale dell’episodio sette dimostra che Rhanyra non è l’eroina della storia, semplicemente perché non esistono eroi nella storia scritta da Martin (ricordiamo che la serie è la trasposizione di Fuoco e Sangue).
Nel mio riassunto della storia dei Targaryen, ho espresso un’opinione. Ho provato più simpatia per la fazione di Rhaenyra e considerato la sua pretesa più legittima al trono. E, in effetti, Rhaenyra vive in un contesto che la porta a reagire in modo inconsulto e aggressivo. Si vede accerchiata e sa che deve combattere per difendere il suo diritto. Ciò non toglie, che questo la porta a fare uscire un lato di sé calcolatore, spietato e determinato. In particolare, il lato oscuro di Rhaenyra emerge ogniqualvolta si avvicina a Daemon. Daemon è per lei la perdizione, il fuoco – per usare una parola cara alla serie -, è ciò che la avvicina alla versione più folle della sua persona.
Nella serie abbiamo già scorto il suo lato più ferino e aggressivo. Ha incassato la “dichiarazione d’amore” di Laenor e ha comunque preso la decisione di eliminarlo.
Non è un’eroina, dunque, anche se…
-SPOILER ALERT-
Capisco che potrei contraddirmi, ma se proprio dobbiamo avvicinare il termine eroina a Rhaenyra, mi verrebbe da dire che potrebbe essere un’eroina tragica. Rhaenyra, infatti, ha davanti a sé un percorso di vita terribile, che la porterà a perdere tutto ciò che ama. E, forse in questo percorso di vita così travagliato, il vero dolore sarà quello di non vedere riconosciute le proprie ragioni, per il semplice fatto di essere una donna in un mondo che non concepisce una regina donna.
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