Drag Race Italia: una seconda stagione sopra le aspettative

Non sappiamo ancora se ci sarà una terza stagione, eppure… la seconda stagione di Drag Race Italia è stata una bomba. Anzi, per citare le queen finaliste, un vero “PORTENTO”.

 

Qualche tempo fa avevo postato le mie impressioni sul debutto di Drag Race in Italia, un primo impatto non travolgente ma nemmeno pessimo. A conti fatti, però, la prima stagione non è stata nulla in confronto a questa seconda edizione. Potrei dire che gli showrunners hanno imparato dai loro errori (quasi tutti, almeno) e hanno sfruttato appieno un materiale umano sicuramente superiore per creare una seconda stagione che, a mio avviso, tiene bene il confronto con le edizioni di oltreoceano.

 

Il cast è nettamente superiore alla prima stagione, nella quale Farida Kant aveva fatto il bello e cattivo tempo (a eccezione della puntata finale sottotono che le è costata la corona) contro delle queen “low budget” e anche – fatemelo dire – non proprio così carismatiche.

In questa edizione, le queen interessanti erano molte di più. Ma soprattutto l’atteggiamento delle queen è stato differente. Nella prima edizione, tutte in e out of drag (a eccezione, di Divinity e di Elektra) mi sono apparse estremamente costruite, quasi sempre a recitare. Le queen di questa nuova edizione erano MOLTO più vere, autentiche e fragili. Obama era la quota “Enorma Jean”, ma per fortuna non è durata a lungo e non le si è dato troppo spazio, anche perché a livello di look era MOLTO indietro rispetto alle altre.

Ciò che ha davvero conquistato di questa stagione è stata la sintonia fra le partecipanti. Una squintalata di anni fa si diceva “Ain’t no Rupaul’s best friend race”, ma quest’anno lo è stata. Le quattro queen arrivate fino in fondo si rispettavano e si volevano bene. Lo si vedeva benissimo. C’era un clima straordinario e il “peace and love” che regnava fra loro non rendeva meno interessante il programma. Anzi, è stato davvero confortevole assistere a storie di amicizia così autentiche in un competition game.

Sono anche d’accordo con la scelta della vincitrice. La Diamond è stata una spanna sopra la competizione. Mi ha ricordato moltissimo Bianca Del Rio. Le altre potevano avere storyline più interessanti, ma nelle competizioni è giusto premiare chi fa meglio.

Un commento lo meritano anche Gioffrè, La Petite e Skandalove. Il primo, a mio avviso, era un pesce fuor d’acqua – ma per sua stessa ammissione – e non ho potuto fare a meno di notare che era un performer che poco si acclimatava in mezzo a drag canoniche. Alla fine, il suo tipo di arte mi è sembrato non coerente con il programma al quale aveva scelto di partecipare. La Petite e Skanda, infine, vanno apprezzate per l’eleganza e la grazia con cui hanno accettato l’eliminazione. Poche drag mi sono sembrate così eleganti e mature nell’accettare il verdetto (che, nel caso di La Petite, per me era anche un pochino discutibile).

 

Le challenge sono state all’altezza delle aspettative. Snatch Game e Roast hanno davvero stupito. Così come hanno stupito le runway. La Petite, La Diamond e Nehellenia hanno sempre “servito” sulla passerella e molti look, per me, erano da “All stars”. Dispiace un po’ per Aura Eternal – assolutamente bellissima (identica all’Amoroso, anche)  in drag – ma evidentemente con una valigia di abiti un po’ troppo economica, soprattutto vedendo gli abiti delle rivali.

 

Hanno convinto, a mio avviso, anche i guest judge. Sempre scelte azzeccate, a eccezione forse di Sandra Milo, fin troppo stralunata nei suoi commenti.

Chiara Francini ha rubato la scena e mi fa piacere sapere che sia un personaggio amatissimo dai fan del franchise di tutto il mondo. Ha un’energia travolgente. Rischia, da buona toscana, di essere “troppo”, ma è davvero un personaggio televisivo affascinante per cui non si può che provare empatia.

 

Mi lascia perplesso, come sempre, il buon Zorzi. Dal roast, mi è sembrato di capire che le queen non lo abbiano apprezzato troppo (e forse è un eufemismo). A quanto mi pare di capire, è stato l’unico a non entrare in sintonia con le concorrenti. I suoi commenti, a volte al vetriolo, mi sono sembrati un po’ lontani da quella che è la linea del franchise che, ormai da molto tempo, non ci va giù pesante con le concorrenti.

 

Anche il montaggio è nettamente migliorato, con alcune innovazioni rispetto alla produzione originale che mi hanno colpito moltissimo.

Insomma, alla fine della fiera, è stato un prodotto assolutamente valido che ha fatto dimenticare quel senso di “amatoriale” che mi aveva lasciato la prima edizione.

Adesso spero proprio in una terza stagione.

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