Probabilmente Yukinobu Tatsu mi verrà a cercare dopo questo post, ma vorrei parlarvi del secondo volume di Dandandan, mettendo il focus sulla dinamica “sentimentale” che lega i due protagonisti.
Credo che basti questo a far capire quanto io sia un lettore sui generis di un manga che è tutto fuorché romantico e sentimentale e che ruota attorno alla comicità, al soprannaturale e al superare i confini della decenza, senza porsi alcun filtro.
Eppure, penso che, per parlare di questo secondo volume, sia necessario parlare di Ayase e Okarun e del loro legame.
Ayase è la tipica ragazza solitaria, attraente e sempre al centro dell’attenzione, a dispetto della propria volontà. Okarun è il brutto anatroccolo, almeno sulla carta, il nerd che tutti prendono un po’ in giro. Il loro pairing non è dei più comuni, anche se è un trope già visto in letteratura.
Il modo in cui i due sviluppano un legame, l’uno verso l’altro, è molto intrigante e ben descritto. E – posso dirlo? – il modo in cui i due ruotino attorno l’uno all’altra, malgrado le loro teste siano imbottite di motivi per stare lontani, è l’aspetto più dolce del manga.
Ovviamente, il manga è il solito concentrato di parolacce, allusioni sessuali, demoni, mostri, sangue e scene bizzarre. È un manga weird in cui, però, ci si ambienta facilmente. Da persona che non ha mai apprezzato in maniera particolare le letture senza filtri, posso dire che per DanDanDan faccio volentieri un’eccezione.
Questo numero è stato comico e tenero allo stesso tempo. La storia ruotava attorno alla ricerca dei testicoli rubati a Okarun e trasformati dalla Turbononna in sfere di energia. Trama principale, oserei dire semiseria, che ha fatto da contraltare alle scene più serie in cui si è descritta la chimica e l’affetto che inizia a legare i due protagonisti.