Recensione di Sono il fratello di XX di Fleur Jaeggy

“Ma ho sempre sentito che la solitudine è il male peggiore che si possa avere. L’ho detto a mia sorella, quel giorno. Lei diceva che la solitudine le piaceva.”

Su suggerimento di una mia amica mi sono buttato sulla lettura di Fleur Jaeggy e di una raccolta di racconti “Sono il fratello di XX”.

L’opera della scrittrice svizzera, che non conoscevo prima di avventurarmi in questa lettura, mi ha toccato nel profondo, sia per le tematiche trattate che per lo stile estremamente patetico (nel senso tradizionale del termine) e capace di convogliare emozioni dell’autrice.

“Spesso ci si accorge dopo. Di tutto ci si accorge dopo. Il dolore viene sempre in ritardo.”

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La nostalgia è il fil rouge di una raccolta di racconti che prova a raccontare le solitudini melanconiche di chi non è capace di affrontare la vita di petto o di chi si trova sconfitto a causa di circostanze esterne che rendono la realtà una matrigna crudele.

Ci sono racconti che ci spiegano come, a volte, la tristezza sia un terribile carceriere da cui non tutti siamo in grado di liberarci, soprattutto quando chi ci sta attorno non ha la capacità di ascoltarci e di tirarci fuori dal buio.

“Un dolore, pensò, rende le stagioni indifferenti. Era il passato, quando scomparvero? È il silenzio che sorge, come una fiamma. E lui è solo.”

Sono storie estreme quelle della Jaeggy che, a volte, però, diventano malinconiche e depressive senza costrutto (almeno di un paio di racconti avrei fatto a meno). Ma la penna dell’autrice è, a dir poco, travolgente. La sua è un’analisi spietata della realtà che porta nelle pagine in maniera ineluttabile il dolore di essere vivi, di essere soli, di essere nostalgici. Vai avanti verso la morte a testa alta solo quando non hai nulla da perdere, quando la tua vita è un susseguirsi di perdite allora l’esistenza è un trauma che ci segna sulla pelle e sotto di essa.

“Per ciò che non aveva mai avuto. Non temeva la morte. La nostalgia – o forse la disperazione per il nulla – era così acuta da farle sembrare la morte lieve.”

Il viaggio letterario in questa raccolta di racconti è un’esperienza affascinante che riesce a farci apprezzare la bellezza della tristezza, un sentimento bistrattato ma che si rivela essere magnificamente e romanticamente letterario.

Forse non proprio per tutti i palati, ma una lettura raffinata che vi consiglio.

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