Una delle interpretazioni più comuni dell’unico anello nelle opere di Tolkien è quella che associa l’arma di Sauron alla terrificante bomba atomica, un’arma capace di cambiare gli scenari e stravolgere la stessa percezione della fragilità dell’esistenza umana, rimasta dal Novecento perennemente soggetta al tremendo spauracchio rappresentato dalle armi nucleari.
Durante la prima chiacchierata con il gruppo di lettura “Un anno con Tolkien” organizzato da @pages_glued, ci siamo ritrovati a parlare dell’associazione fra i libri di Harry Potter e quelli dedicati alla Terra di Mezzo.
E io mi sono avventurato su un paragone, affermando che, se in Harry Potter vedo evidente una metafora con la Seconda Guerra Mondiale, nelle opere tolkieniane scorgo un intento di evasione più spiccato. Malgrado la storia possa essere applicata e interpretata in modi svariati, non leggo nelle sue storie questa volontà di ricalcare le guerre a cui lui stesso assistette come persona dei suoi tempi e, in alcuni casi, prendendo direttamente parte ad alcuni conflitti.
A questo punto, però, ci si è messi a discutere di una delle più diffuse interpretazioni dell’anello. Come anzidetto, secondo alcuni, l’anello sarebbe l’allegoria della bomba atomica.
Tale spunto mi ha incuriosito e ho deciso di approfondire.
L’interpretazione più accreditata, a dire il vero, smentisce un’associazione anello – bomba atomica, per quanto sia sicuramente un parallelismo molto interessante e calzante.
Tolkien, infatti, iniziò a concepire la sua storia (al cui centro c’era l’unico anello) prima che la bomba atomica facesse la sua comparsa.
Per di più, si riportano stralci di interviste in cui lo stesso Tolkien si dichiarò in opposizione all’allegoria e alle interpretazioni metaforiche. Sosteneva, infatti, che le sue opere non andassero lette in un senso allegorico e che vi era molta confusione fra interpretazione analogica (“applicability”) di una storia che la porta ad attagliarsi a una realtà e presenza di metafore o allegorie nel testo.
“Un mortale, caro Frodo, che possiede uno dei Grandi Anelli, non muore, ma non cresce e non arricchisce la propria vita: continua semplicemente, fin quando ogni singolo minuto è stanchezza ed esaurimento.”
Un’altra interpretazione dell’anello è quella che lo porta a coincidere con la droga. E, in effetti, gli uomini sono schiacciati dalla dipendenza e stravolti dai suoi effetti. I sintomi che provano i portatori dell’anello sono quelli tipici della dipendenza e, in conseguenza della perdita, quelli della crisi di astinenza.
Io credo, però, che forse l’anello rassomigli più a un concetto più astratto e universale: possedere l’anello è lanciarsi verso il potere. La smania del potere e del controllo schiaccia l’uomo quanto la dipendenza da una droga, in taluni casi. E, per di più, quel potere può avere mille forme, anche le più violente, come nel caso di Sauron o – come teorizzato – della bomba atomica.