Recensione di Le cattive di Camila Sosa Villada – un libro che descrive la tragedia di essere trans in Sudamerica

“Nutrirsi solo di pane deforma il corpo, lo rende triste. L’assenza di colore nel cibo è triste e demoralizzante.”

Le cattive di Camila Sosa Villada è stata l’ultima lettura condivisa con le mie amiche per il nostro bookclub amatoriale, nato per gioco nella nostra chat WhatsApp.
Si tratta di un libro in parte autobiografico che ci racconta com’è la vita quando si è transessuali e l’unico modo per sopravvivere è scappare dalla famiglia d’origine, prostituirsi, mettersi a rischio ogni giorno in un mondo e in una società che odia le trans per il fatto di essere nate con un pene in mezzo alle gambe.

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È una storia cruda, emozionante, piena di calore. Anzi, mi viene da dire che la Villada sia una scrittrice che esplode di calore. È riuscita a raccontarci una storia piena di buio, di orrore, violenza e morti, con uno stile caloroso che accompagna il lettore e scalda il cuore. Senza mai piangersi addosso, racconta la sua esperienza e descrive personaggi indimenticabili per i suoi lettori.

“Che fare con la certezza che lo sguardo dell’altro parla la stessa lingua del nostro, che è possibile per un istante amare qualcuno, che p possibile salvarsi, che la felicità esiste?”

Viene quasi male al cuore a pensare che la condizione sociale delle transessuali sia ancora così complessa e controversa e che, anzi, col tempo sembra che la violenza vada sempre aumentando nei loro confronti.
La storia della Villada (della Camila al di fuori del personaggio letterario), però, è una storia di riscatto sociale e spero che la sua figura sia un esempio per la società e per le giovani trans alla ricerca di role models e persone a cui ispirarsi, persone che sono sopravvissute alla crudeltà del mondo.

“Siamo come un tramonto senza occhiali da sole”

Il libro, nel complesso, è scritto meravigliosamente, con un periodare incessante ma sempre confortevole, impreziosito da guizzi di bruciante poesia. Attingere e impregnare la vicenda di realismo magico, a mio avviso, era evitabile. Ma, a parte, la scena finale i momenti più “magici” non mi hanno fatto storcere il naso.
Si tratta comunque di una lettura sorprendente che consiglio a tutti.

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