“La profezia è come il talento innato di un artista. Uno scultore nasce con l’arte tra le mani, ma senza la tecnica non sarà mai capace di intagliare il legno, di modellare la pietra.”
Ogni tanto mi capita di rimanere folgorato da un titolo o da una copertina e non saper resistere. È quanto accaduto con la mia ultima lettura: “Cassandra” di Cinzia Giorgio.
Il romanzo, un retelling del mito omerico dell’Iliade, che ci porta a conoscere nel dettaglio il personaggio di Cassandra, principessa troiana dotata del dono della profezia. Cassandra è passata alla storia per la sua capacità di profetizzare le tragedie, rimanendo, tuttavia, sempre inascoltata. Il suo destino è stato, infatti, quello di dover accettare le tragedie, senza poter fare nulla per salvare i propri cari, pur disponendo delle consapevolezze necessarie a evitare il male.
“Usa questo dono per essere felice, perché la vera ricchezza è la serenità, così come il vero potere è la conoscenza.”
Il romanzo è scritto in maniera impeccabile, ricco di informazioni sia riferibili al mito sia alla storia e alla tradizione greca. Una piccola perla che si fa leggere e che ci porta in un viaggio affascinante che ci fa apprezzare una storia conosciutissima da una prospettiva inedita.
“La passione non si può nascondere, è come una ferita che sanguina. Si vede. Ferisce persino lo sguardo.”
La parola chiave di questo romanzo è “passione”. Cassandra esplora molti volti dell’amore durante la sua vita. Sono molti i suoi amori e le persone che per lei perdono la testa. Tuttavia, in un mare di passione, l’amore vero, quello con la a maiuscola, rimane solo quello per Agamennone. La figura del comandante miceneo fa sparire ai suoi occhi tutti coloro che sono arrivati prima.
“La dannazione non è la morte… ma non poterti mai più toccare.”
Il libro della Giorgio, per come l’ho vista io, sfata anche un po’ di tabù sulla sessualità. Cassandra, così come (quasi per antonomasia) Elena, instaura rapporti anche attraverso il sesso. Cassandra subisce quasi sempre (con una sola eccezione) le attenzioni di altri personaggi, guidati dalle divinità, che si invaghiscono di lei. Tuttavia, dall’erotismo nascono una serie di rapporti che poi assumono i tratti della familiarità, dell’amicizia, dell’affetto. Posso dire di avere apprezzato questa visione e questa narrazione della sessualità e degli scambi amorosi, scevra di quella pudicizia tipica della società moderna in cui il sesso è quasi una porta da non oltrepassare e che impedisce poi che si instauri un rapporto che non coinvolga sentimenti romantici.
Infine, la storia di Cassandra e Agamennone è la storia di un amore travolgente che vive, però, altresì di momenti di tenerezza che riscaldano il cuore del lettore.
“Il Male è visibile a pochi eletti, i quali invano e con ogni mezzo a loro disposizione tentano di avvisare i propri simili dell’oscura presenza, perché questi ultimi non la vedono e non la percepiscono se non quando ha già agito.”
Nel complesso, non posso che dire che Cassandra sia stato un romanzo breve ma intenso, in grado di far riflettere tanto sull’amore ma non solo.
Significativo il messaggio che si pone di lanciare questo testo: è molto difficile per gli uomini riconoscere il male prima che le disgrazie si palesino. Un messaggio sempre attuale e che può essere incarnato alla perfezione dal mito di Cassandra.