Forse il titolo risulterà stupido o inopportuno, ma è difficile trovare il modo di iniziare a parlare di un poeta. Eppure, stavolta, sentivo l’esigenza di condividere con voi alcune opinioni e alcuni pensieri sorti durante la mia lettura.
Come ho detto in altri pezzi sul blog, mi sono sempre sentito più vicino alla prosa che alla poesia e ho guardato il mondo della poesia da lontano. Per il compleanno, però, ho stimolato le persone a me vicine a farmi conoscere – tramite i loro regali – poeti che pensavano mi avrebbero colpito. E la scelta è ricaduta su Prévert.
Jacques Prèvert (1900-1977), una delle loro scelte, è un famosissimo poeta francese del Novecento, che, senza presunzione, mi piacerebbe definire “il poeta delle parole semplici”, per il suo stile diretto, per la sua ricerca di una colloquialità musicale e allo stesso tempo toccante.
Sono sempre stato fermamente convinto che basti poco per rendere le parole qualcosa di più, qualcosa di significativo e “poetico”. Non sono i registri a fare delle parole, della prosa o della poesia qualcosa di emozionante; sono, anzi, le stesse emozioni e le idee che stanno alla base a rendere anche le parole semplici emozionanti e stupefacenti. E di questo ci dà un esempio significativo Prévert, che è sicuramente una lettura che ho molto apprezzato.
Ho apprezzato il connubio, nelle sue tematiche, tra amore e guerra. Prévert ha vissuto un mondo martoriato dalla guerra, dalla sfiducia verso una vita semplice e pacifica. E ha visto nell’amore l’unica salvezza a tutto quello che non andava.
E Prévert ha parlato di amore in tanti e tanti modi, con svariate sfumature, che mi hanno colpito sempre, riuscendo a toccare delle corde intime e a farmi immedesimare. Il poeta francese riesce a cogliere qualcosa del vissuto di qualunque lettore/uditore, perché parla di amori che, prima o dopo, sperimentiamo nella vita, di sentimenti che sono comuni all’uomo.
Credo di aver parlato anche troppo, a dispetto della mia scarsa competenza in fatto di poesia, pertanto mi limito a concludere questo post con alcune poesie o stralci che mi piace condividere con voi, sperando di allietarvi con un po’ di bellezza.
“Immenso e rosso
Immenso e rosso
Sopra il Grand Palais
Il sole d’inverno viene
E se ne va
Come lui il mio cuore sparirà
E tutto il mio sangue se ne andrà
Se ne andrà in cerca di te
Amore mio
Bellezza mia
E ti ritroverà
In qualunque posto tu stia”
“(…) Quando il fuoco reclama la sua parte
La terra avvampa (…)”
“Quando tu di notte dormi
Tu di notte dormi
e io invece ho l’insonnia
io ti vedo dormire
questo mi fa soffrire
.
Hai gli occhi chiusi il lungo corpo disteso
E’ buffo ma tutto questo mi fa piangere
poi d’improvviso eccoti sorridere
ridi di gusto mentre dormi
ma dove sei in quel momento
per dove sei partito mi domando
magari con un’altra donna
molto lontano e in un altro paese
per ridere di me insieme a lei
.
Tu di notte dormi
e io invece ho l’insonnia
io ti vedo dormire
questo mi fa soffrire
.
Quando tu dormi non so se mi ami
sei qui con me eppure sei distante
io tutta nuda mi sto aggrappando a te
ma è come se io fossi lontana
eppure sento il tuo cuore che batte
ma non so se batte per me
non so più niente non ne so più niente
vorrei che il tuo cuore non battesse più
se un giorno tu non dovessi più amarmi
.
Tu di notte dormi
e io invece ho l’insonnia
io ti vedo dormire
questo mi fa soffrire
.
Tutte le notti io piango tutta la notte
e tu sogni e tu sorridi
ma tutto ciò non può durare
certo una notte io ti ucciderò
e i tuoi sogni allora finiranno
e poiché anch’io mi ucciderò
anche la mia insonnia potrà avere fine
e i nostri due cadaveri di nuovo assieme
dormiranno nel letto nuziale
.
Tu di notte sogni
e io invece ho l’insonnia
io ti vedo sognare
e questo mi fa piangere
.
Ecco il giorno e subito ti svegli
e proprio a me sorridi
sorridi con il sole
e io non penso più alla notte
dici quelle parole sempre quelle
“Hai passato una buona notte?”
e io come sempre rispondo
“Sì mio caro ho dormito bene
e ti ho sognato come ogni notte”.