WE DON’T TALK ANYMORE
Da quando ti ho rivisto, non smetto di pensare alla tua espressione seria, al tuo passo veloce e a quell’imbarazzo che si leggeva sul tuo viso. Non vedevi l’ora di sgusciare via da me, anche se so che era solo una forma di difesa. So che avresti passato l’intero pomeriggio a parlarmi. Sì, se solo se ci fosse stata una possibilità che le nostre parole sistemassero ciò che abbiamo rotto… per sempre.
Eri bella, come sempre. Eri bella, come ti ho sempre visto. Ogni volta che ti rivedo penso che lasciarsi quando ci si ama ancora faccia più male. Perché non capisci, perché non accetti: tutto è un gran casino. Ma le cose non andavano più bene. Ci abbiamo ragionato sopra. Eravamo consapevoli dei sentimenti che non si arrendevano ma anche che la nostra relazione non era più sana. Eravamo arrivati al punto in cui essere noi non ci faceva più bene. Dovevamo prendere strade diverse. E ora che sto camminando da solo mi rendo conto quanto tutto tra di noi mi abbia segnato, quanto tu sia stata importante.
Se solo avessi capito prima che non ero io l’uomo destinato a te…
E ora mi chiedo con chi uscirai la sera, mi chiedo se c’è già qualcuno accanto a te. Sono davanti alla finestra e ci penso. Lancio il mio sguardo lontano, oltre i palazzi e le nuvole, come se potessi raggiungerti. Come se potessi seguirti, senza essere visto. Vorrei sapere come ti vesti e come ti senti. Vorrei sapere se dormi accanto a un altro.
Tiro un pugno contro il muro. Fa male non parlarsi più. Fa così male che quasi vorrei tornare indietro e non averti mai incontrata. La solitudine è terribile, ma il ricordo di chi hai perso è peggiore. Più subdolo, più letale.
Faccio qualche passo all’indietro e mi siedo sul divano. La casa è silenziosa. Sono da solo e non faccio altro che pensare a te. Di tanto in tanto il mio sguardo cade sul telefono e mi chiedo come se risponderesti a un mio messaggio.
Non devo!
Sarebbe sbagliato scriverti. Ti farebbe stare soltanto male. Se abbiamo deciso di lasciarci, un motivo c’era. E forse non parlavamo già più come un tempo, nemmeno quando stavamo insieme. Dovevo capirlo dalle parole che svanivano, dai silenzi che si allungavano. Dovevo capirlo che eravamo al capolinea. Magari sarei riuscito a prepararmi meglio, a incassare meglio il colpo.
Perderti è stato il dolore più grande della mia vita. Un dolore che è vivido, che si rinnova ogni giorno, ogni volta che il pensiero ritorna a te e mi accorgo che non parliamo più. Quanto fa male non sentire più la tua voce…
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non ho capito, hai costruito un racconto sul significato della canzone?
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