Recensione di “Echi in tempesta” – libro quarto de “L’Attraversaspecchi” di Christelle Dabos

Ben ritrovati sul mio blog, lettori.

Oggi sono pronto a recensire un libro che attendevo da qualche settimana di leggere. Sto parlando di “Echi in tempesta”, capitolo finale della saga de “L’Attraversaspecchi” di Christelle Dabos.

Prima di immergervi nella recensione, vi consiglio di recuperare le recensioni dei primi tre libri di questa tetralogia fantasy: Fidanzati dell’inverno, Gli scomparsi di Chiardiluna, La memoria di Babel.

TRAMA:

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Ofelia ha deciso di rimanere su Babel insieme a Thorn. I due si ritrovano invischiati in un’indagine riguardante il fantomatico progetto “Cornucopiando”, che potrebbe essere strettamente collegato tanto alla figura di Eulalia Diyoh quanto a quella dell’Altro.

La missione di Ofelia, però, sarà piena di imprevisti e la porterà a rischiare tutto, più di una volta, e a mettere a repentaglio l’unica cosa a cui veramente sembra ormai tenere: l’amore di Thorn.

In questo capitolo finale tutte le risposte verranno svelate e si comprenderà di più sulle leggi che regolano le arche che compongono il mondo in cui i nostri eroi vivono le loro avventure.

Opinione impopolare

Voglio spezzare una lancia a favore di questo ultimo capitolo.

In molti lo considerano il libro peggiore della tetralogia. Bene, per me non lo è. Devo dirlo chiaramente: La memoria di Babel mi ha annoiato in modo (quasi) tremendo. Echi in tempesta non è noioso e non è nemmeno difficile da portare a termine.

Ho letto 568 pagine nell’arco di tre sessioni di lettura, senza annoiarmi e senza sentirmi svuotato di energie fisiche e mentali (cosa che accade spesso con questi mattoni).

Credo sia comunque un pelino inferiore ai primi due libri della saga, ma non è il peggiore e non è nemmeno così pessimo da essere considerato – come è successo – un corpo estraneo rispetto ai libri che lo hanno preceduto.

Cosa mi è piaciuto?

Di “Echi in tempesta” mi è piaciuto lo stile. Agile e scorrevole, le pagine si succedevano veloci sotto i miei occhi. Non è stata una lettura stancante, come detto. E il merito va sempre alla scrittura fluida della Dabos, capace di esprimersi sempre con grande chiarezza.

Mi è piaciuto – e tanto (non odiatemi) – il finale. Credo che riesca a trasmettere tanto un messaggio importante quanto a emozionare il lettore.

Emerge l’idea di un mondo che non deve essere costretto con la forza alla pace, perdonandomi il gioco di parole. Semmai, è importante prendere spunto da coloro che sembrano più predisposti alla convivenza pacifica.

Una pace forzata non è mai un risultato da applaudire.

Inoltre, ovviamente mi sono sciolto per il finale tragico e per le prospettive di un futuro migliore per la protagonista.

Malgrado tutto, alla fine di questo libro sento quella nostalgia che tutte le saghe dovrebbero lasciare. Ofelia mi manca già. La Dabos ha creato una protagonista vivida con cui è stato fin da subito facile entrare in sintonia.

Cosa non mi è piaciuto?

La trama è cervellotica in modo estremo. È uno di quei libri di cui, fra due settimane, mi sarò scordato tutto. Troppo complesse le sottotrame, troppo bizzarri e singolari i conflitti che sono stati presentati e via via risolti.

L’originalità è stata – strano a dirsi – un’arma a doppio taglio di questo libro, che non ha mai puntato su cliché o topoi narrativi familiari. Ha creato situazioni, dinamiche e leggi magiche originali, nuove e spesso difficili da seguire.

Va detto, però, che il tutto è sempre stato compensato da un periodare molto semplice e da uno stile sempre chiaro. Solo la Dabos, penso, poteva scrivere un libro con questa trama, senza farmi dire “che cosa ho letto?” oppure “non ci ho capito niente”.

Del libro ho capito tutto. Mi è piaciuto tutto? È un altro discorso…

Giudizio sintetico

Mi sento di dire che la Dabos ha comunque fatto un buon lavoro. Si tratta di un libro scritto bene, con tanti colpi di scena mai banali o forzati (anche se possono non piacere) e con personaggi solidissimi.

A conclusione della lettura di una saga fantasy assolutamente unica nel suo genere, mi sento ancora di consigliare a tutti gli amanti della letteratura fantastica di imbarcarsi nella lettura de “L’Attraversaspecchi”.

Potete comprarlo al seguente link!

3 pensieri riguardo “Recensione di “Echi in tempesta” – libro quarto de “L’Attraversaspecchi” di Christelle Dabos

  1. Ottimo punto di vista e mi ritrovo d’accordo con te su molti punti. Tuttavia rimango un po’ con l’amaro in bocca, ritengo che 4 libri non sono sufficienti a rendere un mondo così complesso, l’autrice ha trascurato tantissimi elementi riguardanti per esempio il passato di Thorn, la storia degli altri clan e delle altre arche. Perché citarne così tante, rendere tutto così macchinoso per poi lasciare tutto là? Sono rimasta un pochino delusa. Sul finale sono d’accordo con te che può piacere o meno, a me personalmente è “piaciuto”, sono una eterna romantica, il lieto fine sarebbe stato meglio, ma era giusto così. Troppo pensare ad un seguito da parte dell’autrice?
    Grazie della recensione!

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