Il finale di The Good Wife: spiegazione, analisi e commento

Buongiorno amici!

Ho appena finito – dopo una maratona di quasi due mesi – la serie “The Good Wife”, creata da Robert e Michelle King.

La serie, andata in onda dal 2009 al 2016, ha raccontato la storia di Alicia Florrick (Julianna Margulies) e del marito Peter (Chris Noth). Una storia di politica e intrighi legali, piena di colpi di scena e di dilemmi etici.

Oggi piuttosto che scrivere una recensione globale, vorrei soffermarmi sul finale, dato che mi ha colpito in maniera particolare.

Evoluzione

Credo che, a dispetto del malcontento dei fan, la fine di The Good Wife sia un ottimo esempio di buona scrittura.

Nonostante un prodotto televisivo duri spesso molto più tempo di quanto ne serva a scrivere un libro, Robert e Michelle King sono riusciti a rimanere fedeli al loro piano originale, portando a compimento con la scena finale di The Good Wife un progetto architettato sette anni prima.

La serie inizia con uno schiaffo e finisce con uno schiaffo. Cambia la persone che lo riceve e questo è sintomatico dell’evoluzione che la protagonista ha avuto nel corso delle stagioni.

Ciò che più mi è piaciuto di The Good Wife, infatti, è stato come si è trasformato un personaggio. Da santa a persona ambiziosa e spietata. Il cambiamento è straordinario e mi porta a paragonare The Good Wife a un’altra serie, Breaking Bad, anch’essa incentrata sulla trasformazione del proprio protagonista principale.

La serie dei King ha avuto meno successo di Breaking Bad forse perché il producing, almeno inizialmente, la rendeva un prodotto female-friendly e questo ne ha limitato un po’ il successo, tuttavia ritengo la qualità dello show e della sua sceneggiatura vicini a quelli di Breaking Bad, sebbene quest’ultima sia considerata forse la serie migliore degli ultimi vent’anni.

Spiegazione del finale

Alicia Florrick compare nei primi fotogrammi dello show al fianco del marito, finito al centro di uno scandalo. Nell’intimità di un corridoio deserto, però, la moglie tanto comprensiva schiaffeggia il marito.

Sette anni dopo, Alicia viene schiaffeggiata in un corridoio dalla collega, Diane Lockhart.

Se in un primo momento, Alicia ci appare fin troppo ingenua e vulnerabile, alla fine, Alicia si è macchiata di molti degli errori che il marito stesso ha commesso e che hanno causato il suo allontanamento dalla moglie.

Anche Alicia si è fatta tentare dal potere, via via che il suo personaggio è cresciuto (qui trovate un articolo sulla sua ambiguità morale). E alla fine, per perseguire il proprio tornaconto e difendere la sua famiglia, ha deciso consapevolmente di gettare nel tritacarne il marito della socia, Diane.

Battagliera e spietata, questa è l’Alicia che abbiamo avuto modo di vedere.

L’aspetto romantico

Molti fan sono rimasti delusi perché il finale dello show non ha visto Alicia decidere con quale uomo proseguire la sua vita. Anzi, è finita virtualmente da sola, dato che si è allontanata da Peter per inseguire Jason, senza riuscire a raggiungerlo.

E allora? Cosa abbiamo capito dall’episodio finale?

Credo che ciò che ha reso chiaro il finale, relativamente alla vita sentimentale della protagonista, sia che l’uomo che Alicia avrebbe scelto per sé fosse Will e la possibilità di una vita felice con lui fosse tramontata con la morte di lui.

Jason era una valida alternativa. Nulla di più, nulla di trascendentale a livello romantico. Peter, invece, era ed era sempre stato un alleato più che un marito.

Il significato dello schiaffo

Ma lo schiaffo che vediamo sul finale non sta solo a significare il ribaltamento di ruoli e la completa trasformazione di Alicia.

Sono gli stessi showrunners a spiegarci a cosa è servito lo schiaffo.

Pare, infatti, che lo schiaffo sia la fatidica “wake up call”, un modo per risvegliare Alicia dal torpore e farle capire qual è la strada che fa veramente per lei. Secondo i King, dopo quello schiaffo, Alicia si sarebbe dovuta riprendere la vita che stava rischiando di lasciare. L’obiettivo della Florrick sarebbe dovuto essere quello di continuare la sua carriera da avvocato, abbandonando un mondo che la tentava (la politica), ma che non ha mai realmente amato.

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